pagine 288 | prezzo 20,00€ | cm 14,5x21

Il senso dell’esistere: ci poniamo ancora oggi questa domanda, o la troviamo obsoleta? Eppure la domanda di senso può bussare alla porta in ogni momento della nostra vita, più o meno inconsciamente, quanto più crediamo di averla rimossa, omologati al moderno nichilismo del non-senso o del senso pluralizzato.

Ma sono l’assillante percezione del tempo, il baluginare del pensiero della morte, e la stessa stupefacente assurdità del rinascere ogni attimo, a svegliarci dal letargo del senso, un oblio teleologico che sembra più tenace dell’oblio ontologico di cui parlava Heidegger. E la memoria del senso estremo, o della sua domanda, viene neutralizzata ed esorcizzata dal carnevale delle maschere degli scopi “qualunque”, degli obiettivi a breve termine e a ogni costo, che ammortizzano l’angoscia, ma anestetizzano anche il pensiero, ne incatenano il libero e rischioso volo.

Un libro radicale e demistificante che, memore delle Operette morali di Leopardi e della Genealogia della morale di Nietzsche, prova a stanare le mille finzioni e rimozioni che l’uomo moderno mette in campo per “non pensare” al senso ultimo, e vivere un’esistenza narcotizzata e distratta, nel segno del divertissement, di pascaliana memoria, e della polverizzazione del senso e del suo insondabile mistero in “ragioni per vivere”, o sopravvivere.


 
pagine 97 | prezzo 12,00€ | cm 14,5x21

Rappresenta l’unico dato sicuro e inesorabile, eppure della morte si tende a parlare il meno possibile, quasi sempre per allusioni o con espressioni indirette e, soprattutto, della morte degli altri. In E-mail sulla morte, attraverso la forma di scrittura epistolare, l’autore scava nel profondo, senza reticenze per cercare di capire l’evento che da sempre terrorizza l’uomo. Guardare il volto di Thanatos, l’angelo alato, per imparare a morire. La morte vista da sempre come l’evento in cui l’uomo precipita nel nulla da dove è venuto. In E-mail sulla morte, attraverso la lettura del pensiero di Emanuele Severino, emerge un’altra verità.

Dialoghi d’agosto è invece un racconto filosofico che ha come protagonisti un ateo e un prete. In due si confrontano sui temi del dolore, della religione, di Dio e, ancora, della morte. Ma è anche un racconto in cui l’autore compie un viaggio nella memoria attraverso la storia di una comunità che sfocia in quella personale.