Il Tridente Campus | l_Ombra
Epistemologia dopo il Libro rosso
 
 
pagine 216 | prezzo 16,00€ | cm 14,5x21

La nuova serie della rivista l’Ombra riprende il progetto della prima serie, pubblicata tra il 1996 e il 2000, di sviluppare e ampliare le tematiche dell’immaginario e del simbolico in ambito filosofico e letterario, al fine di contestualizzare le dinamiche junghiane nella cultura contemporanea.

Grazie all’ingresso in redazione dell’A.R.P.A. (Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica), si garantisce alla rivista una connotazione prettamente junghiana aderente alla clinica, senza la quale si rischierebbe di evaporare in pura teoria.

Volume VIII: 2016

Psicologia ed ermeneutica

Francesco Capra

Quello che il Libro rosso non dice

Sul vuoto della mente

Giuseppe M. Vadalà

Il Libro rosso come medico della cultura

Daniela Umiliata

Attraverso l’immagine. Il processo trasformativo

di Atmavictu-Philemon nel Libro rosso di C.G. Jung

Prima parte

Francesca Croce

La conoscenza dell’immagine dopo il Libro rosso

Alessandro Croce

Valenze psicodinamiche dell’integrazione dell’Ombra e del sacrificio di sé

Ferruccio Vigna

Prospettive:

«Perdonare Dio». Amore e Giustizia nell’opera di Etty Hillesum

Roberto Cazzola

Jung. Un’epistemologia emergentista?

Alberto Favole, Nadia Narcisi, Ferruccio Vigna

Germogli

Alberto Favole, Maurizio Olivero, Fabrizio Pastrone, Alessandra Perugini, Francesca Zizzi

Su spiritualità e contemporaneità. Che ne rimane del sacro?

Stefano Cavalitto

Active Deep Writing-Scrittura attiva profonda

Marta Tibaldi

Recensioni:

Augusto Romano, La manutenzione dell’amore

Fulvio Salza

Marco Gay, Archeologie junghiane

Ferruccio Vigna

Marco Del Ry, Le immagini che curano

Ugo Fama

Ugo Fama, Lo Specchio di Dioniso

Marco Del Ry

Horst Bredekamp, Immagini che ci guardano

Roberta Bussa

 


 
pagine 190 | prezzo 15,00€ | cm 14,5x21

Orizzonti, figure, volti, cornici, prospettive, strategie o costellazioni: in ogni caso, la possibilità va sempre declinata al plurale, esplorata nelle sue differenti configurazioni, nella rilucenza della loro manifestazione, pur avvertendo l’ineludibile richiamo a una imperscrutabile unità. Ma l’unità o la pienezza dell’essere, un dono perduto o inappropriabile, si avverte soltanto attraverso la molteplicità delle sue manifestazioni, mediante la sua apparenza fenomenica. Questo libro manifesta anche il larvato intento di “soggiornare davanti al possibile”, cioè al cospetto della vita stessa, nella sua inquieta, controversa e dolorosa effettività. Nietzsche a questo proposito vagheggiava un esistere sperimentale (quasi uno stato di grazia o una promessa di felicità) e invitava a “fare esperimenti su se stessi”: noi, certamente i più effimeri, girovaghi smarriti nel tempo del dicibile (secondo quanto decretato dalle elegie rilkiane), isolati e segregati, ma accomunati dalla nostra inaggirabile destinazione mortale.

 

Dalla premessa di Marco Vozza