Il vento della poesia che attraversa questa rapsodia in quattro sezioni, più un finale intitolato Sipario, unifica dall’interno le parti, solleva il sipario e mostra tutte le arti sulla scena di un teatro in versi. Con una tecnica quasi cinematografica, in feedback, Giulia Perroni penetra la sfera del mito, recupera il passato personale e le diverse epoche della storia con sguardo sempre volto al presente. Sulla scena irrompono i personaggi più disparati: Ulisse, Penelope, Marte e Afrodite, Paolo e Francesca, Giulietta e Romeo, Amleto e Ofelia; giocano altresì un ruolo fondamentale persone della vita affettiva dell’autrice. Il linguaggio si fa narrativo e di aspra denuncia quando evoca le guerre del passato e le tragedie del presente in una ben integrata combinazione di poesia lirica e civile animata da forte afflato etico. Il testo è un fluido viaggio polisenso sul doppio binario della diacronia e della sincronicità, nella presa d’atto intuitiva dell’Unità di tutte le cose pur nella dialettica irriducibile della Differenza, nella coscienza dell’eterna Metamorfosi.
Luigi Celi
Giulia Perroni, nata a Milazzo, vive dal 1972 a Roma. Il suo esordio poetico avviene sulla rivista “Nuovi Argomenti” nel 1977. Il suo primo libro, La libertà negata, è introdotto da Attilio Bertolucci. Seguono Il grido e il canto, La musica e il nulla, Neve sui tetti, La cognizione del sublime, Stelle in giardino – 204 haiku, Dall’immobile tempo, Lo scoiattolo e l’ermellino, La scommessa dell’infinito, Tre vulcani e la neve, La tribù dell’eclisse, Cantastorie.
Organizzatrice di eventi poetici e letterari, ha gestito a Roma il Teatro al Borgo, il Teatro Cavalieri e il Caffé Notegen con Maria Zarattini, e dal 2000 l’Associazione culturale “Aleph” in Trastevere con Luigi Celi. Vincitrice di molti premi, tra cui il “Montale” di Maria Luisa Spaziani, nel 2012 è stata invitata come autrice al Festival internazionale di Mantova.