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Un vero scrittore non rinnega mai sé stesso, lavora in continuazione all’unico libro nel quale, di titolo in titolo, è destinato a riconoscersi. In questo senso Nelle pagine dell’anima è il libro di un vero scrittore, anzi: di una vera scrittrice. Ed è, ancora una volta, un libro nel segno di Beatrice, colei che accompagna e che rende ragione. Chi conosce l’opera narrativa di Bianca Garavelli sa bene che, anche quando il riferimento non è esplicito (come accadeva fin dal titolo con il romanzo Beatrice del 2002), la donna amata da Dante è una presenza irrinunciabile, motore e nel contempo punto di approdo della vicenda. Con una differenza importante: mentre nella Commedia Beatrice è l’altro da sé, la perfetta differenza alla quale il viandante ultraterreno cerca inutilmente di adeguarsi, per Bianca Garavelli l’identità di genere con “la Beatrice” apre scenari inattesi, anche sul versante critico.
Ecco dunque che le recensioni, le note e le interviste raccolte in questo volume possono essere interpretate come tappe in un cammino di scoperta di sé e della propria personalità letteraria. Non casuale, in questa prospettiva, è la centralità rivestita dalla figura di Maria Corti, che per Bianca è stata maestra di letteratura, e di letteratura come atto di comprensione del mondo mediante una strumentazione variegata e cangiante (filologia e racconto, appunto). Pagina dopo pagina, andando alla ricerca della propria dimensione di Beatrice, Bianca porta davvero allo scoperto la sua anima di scrittrice e, come piace a lei, di “letterata”. Che tutto questo avvenga in un gioco di specchi, con le iniziali dei nomi propri che si ripetono e si rafforzano, è forse un’altra minima conferma di quanto, ancora oggi, le parole possano proiettare un’ombra rivelatrice sulla realtà che ci circonda. Sottratta al suo uso turistico, la sigla B & B, Bianca & Beatrice, diventa l’emblema di una rivincita che sembrerebbe altrimenti impossibile: la rivincita della letteratura, la permanenza della serietà in un’epoca che colpevolmente si illude di potersi accontentare dello svago.
Alessandro Zaccuri