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Da Hölderlin a Laforgue, da James a Kafka, da Hardy a Bertolucci, da Borges a Manganelli, da Philip Roth a Murakami, fino a Landolfi, D’Arzo, Parise, Lodoli, De Angelis, Mussapi, Anedda e molti, molti altri ancora, la presente raccolta di saggi tenta di restituire quella parola necessaria che in ogni opera veramente riuscita emerge attraverso, e oltre, i “fantasmi” della più colorata e smagliante libertà creativa. Lasciandosi sedurre dalle rapinose invenzioni degli amati narratori e poeti, Stefano Lecchini assume, nella propria scrittura, la voce, i colori, il ritmo, e infine il “destino”, degli autori che investiga: con la speranza che almeno una qualche eco del rintocco fatale che risuona al fondo di quelle opere finisca per risuonare, anche, nelle parole dell’interprete che a tali opere si stringe.