- Collane
- Amore e Psiche
- Il Tridente Saggi
- Il Tridente Campus
- Narrazioni della conoscenza
- Pensiero e pratiche di trasformazione
- I volti di Hermes
- Il castello di Atlante
- Echi dal labirinto
- Scrivere le vite
- Fabula
- Ritratti d'artista
- Le forme dell'immaginario
- Architettura e trasformazione del costruito
- Quaderni di ergonomia
- Biblioteca del Cefalopodo
- IMM'
- Altre proposte
- Altro
- In Vetrina
- Prossimamente
- Indici Analitici
- Riviste
- Ufficio stampa
Un soffio panteista percorre le pagine di questo libro, inonda di luce la natura, la intreccia a una visione, a un’ampiezza solenne di sguardo e di respiro, a una voce polifonica: elegia, invocazione, racconto, ira e dolcezza si alternano e costruiscono il poema. Nella poesia di Riccardo Emmolo convivono istintivamente – questo è un dono raro – l’adesione piena a ciò che si vede e il senso dell’ombra. Così la percezione netta dei contorni si fonde con una corrente spirituale capace di animare la pupilla e caricarla di visione. E così i luoghi siciliani – le chiese barocche e lo zibibbo, il polline, le processioni, i gelsomini – vengono nominati con esattezza geografica e con trepidante energia: queste due forze si avvinghiano in un unico sguardo, splendidamente naturale, dove la cosa si fa anima e il pensiero si fa corpo. Sullo sfondo di Henry Miller, di Shelley e di Tagore, Emmolo ci immerge nei suoi archetipi impregnati di esistenza: il vento, il silenzio, il colloquio con le ombre, l’adolescenza pellegrina, la nuda gioia, la morte che illumina e feconda, quando le linee di un paesaggio ci mostrano via via l’immagine di un destino.
Milo De Angelis