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Nell’antica tragedia di Euripide, Alcesti è una figura misteriosa, indimenticabile: da la sua vita in cambio di quella del marito, re Admeto, condannato a morire dagli dei. Alcesti è considerata una tragedia, ma non è vera tragedia: Alcesti regina muore, sì, ma torna presto viva dal regno dei morti. Si tratta infatti di una tragedia sfiorata, una resurrezione.
In questa raccolta di poesie per la musica, dell’antica Alcesti non resta che l’ombra. Si incontra piuttosto una sua sembianza, una qualunque, una che si spaccia per parente, una che entra in casa sbattendo la porta e lancia sulla sedia il suo paltò. Un’antica casa greca e una novecentesca casa contadina si confondono qui, tra queste mura.
Neo è lo scorrere del fiume. Neo è il vagito che ritorna.
Qualcuno sta per andarsene, qualcuno sta per tornare. Sbatteranno le porte. Voleranno le tende alle finestre… «O ti adatti o sogni. Dove la madia era vuota presto ci sarà del pane, dove c’era del pane adesso, per un attimo, c’è buio.»