| Il castello di Atlante |

pagine : 278
dimensioni : 13x21
prezzo : € 16,00
ISBN : 9788871862651
Anno di pubblicazione : 2004



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Jean Libis
L'acqua e la morte
 
Introduzione di Paolo Mottana. 



Percorrendo un ampio ventaglio di opere letterarie, musicali e pittoriche, Jean Libis esplora in questo testo i rapporti simbolici multipli tra l’Acqua e la Morte. Infatti, co­me notava Gaston Bachelard, maestro e capostipite di una lunga tradizione di in­terpreti dell’immaginazione creatrice in contatto con la forze elementari della ma­teria, l’acqua è verosimilmente un “cosmo di Morte”. Il che non contraddice il fatto che le rêveries sull’acqua appaiano perlo­più intrise di valori vitali e rigenerativi, semmai rivela l’ambivalenza di un tale universo immaginario.

Dalle mitografie che esibiscono la disso­luzione del principio d’individuazione, al­l’emergenza letteraria di figure indelebili come il “vascello fantasma” o “la città in­ghiottita” che echeggia nelle celebri note di Claude Debussy, dalla narrazione popo­lata di mostri marini dell’Ottocento, all’ir­riducibile presenza, figurativa e poetica, di un’erotica dell’acqua popolata di sirene e ondine ipnotizzatrici, il volume di Libis si configura come un’immersione affascinan­te e interrogante nell’universo dei simboli acquatici che interpretano e modulano l’e­sperienza della fine, in un certo senso ren­dendola famigliare ed eufemizzandola.

L’ermeneutica incandescente e iridata dell’autore, che assume essa stessa una mi­sura liquida e fluente, è da questo punto di vista il modo, forse l’unico, il traghetto fra­gile, ma intenso, plurale, inesauribile, cui affidarsi, per restituire senso al vivere e al morire, riconnettendosi agli elementi, agli “ormoni” dell’immaginazione, come li chiamava Bachelard, e al fertile e irriduci­bile sprigionarsi di miti e simboli che sem­pre da essi scaturisce.