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Dante era eretico. Non per aver messo i papi all’Inferno, ma perché la dottrina che espone non è cattolica: è quella dei catari. Lo sostiene Maria Soresina analizzando uno ad uno gli aspetti della loro dottrina, ciò in cui credevano e ciò che della Chiesa cattolica respingevano. La dimostrazione è sconvolgente: è tutto presente nella Divina Commedia. E non solo. I catari avevano un unico sacramento, il consolamentum, che prevedeva un percorso spirituale complesso, segnato da varie tappe, che sono chiaramente individuate dall’autrice nel cammino di Dante attraverso il Purgatorio.
Dante aderiva pienamente al catarismo: era un «perfetto», come dicevano gli inquisitori, un «buon cristiano», come dicevano i catari di se stessi. Questa è l’ardita tesi, sostenuta con rigore e suffragata da piccoli e grandi riscontri intercettati nel testo del poema. Un secondo obiettivo, perseguito dall’autrice con altrettanta passione, è quello di far conoscere i catari, raccontarne la tragica storia e denunciare le falsità che ancora circolano su di loro.
Il poema dantesco appare così dettato dall’urgenza di trasmettere la conoscenza di un mondo di idee e di valori che stava per essere cancellato: il mondo dei «buoni cristiani» e il loro messaggio di amore e di libertà.