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Un nodo stringe le maglie della coscienza moderna: l’intreccio tra il sogno, che con la sua immateriale e palpitante presenza di immagini e di emozioni popola le correnti oscure della notte, e la percezione dei dati sensibili che con la sua concretezza popola le chiare vie del giorno.
Dove si configura la “realtà” più vera e determinante per la coscienza e per il comportamento umano? Nelle immagini che popolano il buio della notte o nella luce che orienta le scelte del giorno? Che cosa influenza maggiormente la cosiddetta progettualità dell’Io? Che cosa il sentimento e le scelte esistenziali?
L’infanzia dell’uomo e del mondo è certo più incline al sogno e alla fantasia, mentre l’età adulta si orienta verso il pensiero e le conquiste. La storia di ciascuno è lì a testimoniare e a raccontare il processo attraverso il quale prende forma questa evoluzione. Tuttavia, e seppure a differenti livelli di consapevolezza e di complessità, il rapporto fra il sogno e la realtà tangibile si ripropone sempre. Come un pendolo che con la sua oscillazione segue le leggi dei moti armonici e accompagna il fluire ininterrotto del tempo, così la coscienza umana oscilla fra i poli opposti della psiche, sempre calamitata da un centro, il punto focale in cui l’energia diviene massima e l’esperienza trova il suo ritmo essenziale.
E non potrebbe essere altrimenti.