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Negli ultimi vent’anni di storia della psicoanalisi e della psicoterapia, il pensiero di Sándor Ferenczi (1873-1933) è stato oggetto di grande interesse. La sua opera, dopo essere stata bandita per lunghi decenni dal mainstream più ortodosso della cultura psicoanalitica, viene oggi studiata e approfondita riconoscendone il valore e la vitalità teoretica e clinica. Questo fa dello psicoanalista ungherese un autore classico ancora oggi stimolante, non solo per chi si interessa di storia della psicoanalisi ma anche, e forse soprattutto, per chi si trova ad affrontare, come lui, situazioni di intensa sofferenza determinate da contesti evolutivi caratterizzati da relazioni traumatiche.
In questa prospettiva di rivalutazione e pieno riconoscimento di un pensiero e di un pensatore originali, a lungo rimossi dalla “coscienza” della psicoanalisi, dal 18 al 21 luglio 2002 si è tenuto a Torino l’International Conference “Clinical Sándor Ferenczi”, il settimo congresso internazionale dedicato a lui e alla sua opera. La peculiarità di tale avvenimento è stato il suo orizzonte prevalentemente clinico, seppur saldamente ancorato a un approfondimento critico delle vicende storiche della psicoanalisi.
Questo numero monografico di Radure, rivista del Centro Studi Psicodinamiche Torino, è in parte il frutto del dibattito scaturito nel Congresso e raccoglie sia lavori originali presentati in quella sede, sia elaborazioni successive di autori che si occupano, o si sono occupati, del pensiero di Ferenczi o che si sono confrontati in modo originale con le provocazioni emergenti dalla sua attività di clinico coraggioso e appassionato. Il volume offre l’opportunità per un rinnovato confronto con le riflessioni di Sándor Ferenczi, dandoci l’opportunità di ripensare ai modelli teorici e tecnici che accompagnano la cura, per mettere meglio a fuoco quei residuali aspetti di “ipocrisia e freddezza”, di “manipolazione” e di “omissione di soccorso” che egli ha vigorosamente denunciato e che impediscono, da una parte, di offrire condizioni di crescita ed esistenza adeguati e, dall’altra, di portare al meglio aiuto psicologico a chi soffre.
EDITORIALE della Redazione di Radure
PREFAZIONE di Franco Borgogna
II mio primo incontro con Ferenczi
INTRODUZIONE di Cesare Albasi, Al/ascia Boschiroli Sàndor Ferenczi: per un pensiero clinico vivo
INCONTRANDO SÀNDOR FERENCZI
Carlos Alberto Castillo Mendoza
Le matrici sociali della psicopatologia: un contributo di Sàndor Ferenczi
Alejandro Avila-Espada, Alba Gasparino,
Maria-Luz Rubi, Susana Espinosa
“II nuovo inizio” e “la seconda opportunità di sviluppo”: un cammino tra alcuni concetti ferencziani e winnicottiani per presentare il lavoro psicoanalitico contemporaneo
Carlo Brosio
Ferenczi come precursore del campo
Antonio Gatti
Cattivi discepoli Sàndor Ferenczi, Alfred Adler e altri Modi di pensare e di essere nel movimento psicoanalitico delle origini
DISSOCIAZIONE E MOLTEPLICITÀ DEI PROCESSI INCONSCI
Gyòrgy Gergely, Orsolya Koós
Le precoci origini psicosociali della dissociazione e dell’attaccamento disorganizzato
Aliasela Boschiroli
Aspetti evolutivi e costruzione del Sé: alcune ipotesi
Cesare Albasi, Giuliana Sechi
II contributo di Sàndor Ferenczi allo studio dei fenomeni dissociativi
Ennio Foppiani
Persuadenti suggestioni
La vuota forma
LA RELAZIONE CON IL PAZIENTE
Antonella Granieri
Alla ricerca del contenimento adeguato alla pensabilità del trauma in Ferenczi
Ana Carrazón Atienza
L’uso del controtransfert nel lavoro clinico
Marina Berruti
Disidentificazioni ed elasticità nell’assetto mentale dell’ analista
Anne Marie Maxwell, Patricia Minjares,
Maria Luisa Saldano
L’esperienza emozionale nel processo terapeutico
Andrea ferrerò, Statomi Fassina
Aiutare i pazienti in analisi
Un contributo critico tra il pensiero di Alfred Adler e Sàndor Ferenczi
Maria Pierà Mondo
Ferenczi e il setting educativo
La riabilitazione psichiatrica alla luce di alcuni concetti clinici
PENSIERI LIBERI INTORNO A FERENCZI
Enrico Boria, Ennio F’appiani
Dialogo notturno
Di Ferenczi o del confronto