- Collane
- Amore e Psiche
- Il Tridente Saggi
- Il Tridente Campus
- Narrazioni della conoscenza
- Pensiero e pratiche di trasformazione
- I volti di Hermes
- Il castello di Atlante
- Echi dal labirinto
- Scrivere le vite
- Fabula
- Ritratti d'artista
- Le forme dell'immaginario
- Architettura e trasformazione del costruito
- Quaderni di ergonomia
- Biblioteca del Cefalopodo
- IMM'
- Altre proposte
- Altro
- In Vetrina
- Prossimamente
- Indici Analitici
- Riviste
- Ufficio stampa
Schopenhauer racconta di due porcospini, che se rimangono lontani hanno freddo, ma se si avvicinano troppo sentono gli aculei conficcarsi nelle carni. L’apologo richiama tanto la natura sociale dell’uomo, che non sopporta la solitudine e ricerca il calore degli affetti, quanto l’estrema problematicità dei rapporti: il rischio di ferirsi è sempre presente, quando non si rispetta troppo la distanza.
L’autore delinea l’ispirazione illuminista e poi positivista di grandi istituzioni comunitarie, esamina le vicissitudini storiche del manicomio dalle origini fino all’antipsichiatria. Ma le comunità possono essere anche “comunità chiuse” e operare per mezzo di pratiche volte più o meno esplicitamente al “lavaggio del cervello” trasformandosi in truci istituzioni totali.
L’illusione comunitaria fornisce una chiave di lettura delle varie forme di esperienze e progetti comunitari per cambiare la realtà esistente e creare l’uomo nuovo: dal manicomio alle comunità terapeutiche deistituzionalizzate, dal Movimento Hare Krishna alle comunità degli Amish, da Scientology alle sètte delle nuove e più controverse religioni. Di Fiorino ricostruisce qui il filo rosso che lega le utopie comunitarie, in un controluce storico e antropologico che ne illumina legami segreti e aspetti finora sfuggiti ai più.