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E così quello che veduto nella realtà delle cose, accora e uccidi; l’anima, veduto nell’imitazione o in qualunque altro modo nelle opere di genio, apre il cuore e ravviva.
LEOPARDI
Da Eraclito a Celan, da Dostoevskij a Nietzsche, da Hölderlin a Heidegger, da Leopardi a Zambrano, da Petrarca a Zanzotto: ricostruire la storia dell’infelicità significa testimoniare che la dimensione dell’essere nel mondo è costituita dal dolore dell’esistere.
Il moto apparente del sole segue passo dopo passo questo percorso conoscitivo dialogando con poeti, narratori e pensatori la cui parola in proposito appare decisiva. Attraverso le loro opere, Ermini si interroga sulla condizione della vita umana sperimentando un linguaggio poetico-narrativo che ne testimonia l’insensatezza.
Il moto apparente del sole svela altresì come il cammino di tali opere nell’arco dei secoli sia apparente almeno quanto lo è, sulla volta celeste, quello del sole; confermando che in realtà siamo noi a ruotare nella loro orbita.
Questo libro sembra dunque indicarci che anche la semplice osservazione del moto apparente del sole può consentirci di incontrare la verità, perché nell’apparenza di tale moto – vera e propria metafora del nostro illusorio inoltramento nella vita – può essere colta in tutta la sua evidenza la lacerazione tra l’essere umano e il mondo.