- Collane
- Amore e Psiche
- Il Tridente Saggi
- Il Tridente Campus
- Narrazioni della conoscenza
- Pensiero e pratiche di trasformazione
- I volti di Hermes
- Il castello di Atlante
- Echi dal labirinto
- Scrivere le vite
- Fabula
- Ritratti d'artista
- Le forme dell'immaginario
- Architettura e trasformazione del costruito
- Quaderni di ergonomia
- Biblioteca del Cefalopodo
- IMM'
- Altre proposte
- Altro
- In Vetrina
- Prossimamente
- Indici Analitici
- Riviste
- Ufficio stampa
La rivoluzione industriale in Inghilterra è il principale riferimento di questo poemetto, assieme ai drammatici effetti che essa ebbe sulla condizione dei lavoratori e in genere sul popolo minuto.
La prima parte (Made in England) e la terza (I riparatori) sono coerenti con questo disegno: un excursus sull’avvento dell’era della scienza e della tecnica, sulla comparsa di una borghesia industriale spregiudicata e rapace. Fino all’entrata in scena dei ludditi e del loro leggendario generale, Ned Ludd, determinati a “riparare” i torti subiti dal popolo con l’introduzione delle moderne macchine che provocano miseria e una nuova forma di schiavitù.
La seconda parte (Preghiera per la canonizzazione dell’asino e del bue) e la quarta (Break per un coffee) se ne discostano vistosamente.
Un comune filo conduttore è l’accelerazione, come evento drammatico, quando il cammino della civiltà si velocizza con ritmi tremendi, per i più insostenibili. L’accelerazione allora sconvolge e scardina il senso faticosamente costruito, innalza alcuni e ricaccia indietro i più, umilia l’uguaglianza e avvelena i frutti dell’emancipazione.
Ai tempi di Ned Ludd come ai nostri giorni.