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«Se non conosci le tue radici morirai con tristezza»: è questo il motto che da inizio al racconto del vergare, Neno Pigliacampo, nonno dell’autore. E questa è la storia, lunga un secolo, di una famiglia di contadini di un villaggio marchigiano, dalla fine della prima guerra mondiale fino al secondo dopoguerra e agli anni del potere democristiano. Il vergaro, colui che governa la mezzadria, conosce luci e ombre del mondo rurale, che sa leggere l’umile epopea dell’Italia contadina: i riti, le regole non scritte, il ciclo del lavoro, dalla semina alla vendemmia, ecc.
Il libro nasce dalla volontà di non dimenticare una realtà così vicina nel tempo, ma già sepolta dall’oblio. Al tempo stesso, è un omaggio agli uomini e alla terra marchigiana, la terra di Leopardi, con i suoi contadini generosi e collerici, i signorotti prepotenti, il clero padrone delle terre e delle coscienze.