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“Principio d’individuazione” è un’espressione che in filosofia ha una storia lunga e insigne che va dal Medio Evo fino a Leibniz, Locke e Schopenhauer. La psicologia junghiana l’ha portato nel mondo contemporaneo, e lo ha inteso come un principio psichico che parla dell’innata tendenza umana a diventare differenziati e integrati, insomma, a diventare consapevoli del nostro fine – di chi e di cosa siamo e di dove stiamo andando. Nella sua concisa e attuale descrizione del processo d’individuazione, Murray Stein inizia esponendone i due fondamentali movimenti per poi esaminare il ruolo centrale dell’esperienza numinosa, l’importanza cruciale dell’iniziazione e il peculiare spazio psichico necessario perché questo processo si svolga. Con l’aiuto di intuizioni psicologiche tratte dagli scritti di C.G. Jung, dai miti e dalle fiabe, e da anni di esperienza clinica, Murray Stein ci offre di questo dinamico processo che dura tutta la vita, una brillante descrizione che sarà utile sia ai clinici che al pubblico in generale. Come movimento verso un’ulteriore sviluppo della coscienza umana negli individui, nelle tradizioni culturali, e nelle arene internazionali dove le relazioni fra culture differenti sono diventate oggi un problema così pressante, la comprensione del principio d’individuazione ha rilevanza per studiosi e operatori in molti campi.