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Da Plotino a Jung il “centro” è metafora dell’origine e della meta dell’anima, per cui la perdita della connessione con questo centro diviene metafora dell’alienazione dell’anima dal suo destino. Anche se la coincidenza con il centro non è mai data, ma è dato piuttosto un tendere all’infinito, oppure la sosta in uno dei centri possibili, soltanto riflesso del “centro dei centri”. Come dice Plotino, «l’Anima si muoverà intorno a ciò da cui ha tratto origine, e a esso rimarrà aggrappata, tendendo al punto verso cui dovrebbero gravitare tutte le anime»; o anche, «la circolarità dell’Anima non è riconducibile a una figura geometrica, ma al fatto che dentro e intorno a lei si trova l'” antica natura” da cui proviene».
Giovanni Pascoli, Psyche
Carla Stroppa, Verso una nuova innocenza
Renato Oliva, Del cerchio e del centro
Christian Gaillard, Dentro e attorno
Luciano Perez, Le metamorfosi del centro
Bruna Delll’Agnese, In volo sull’estuario
Flavio Cuniberto, La Città-Fiore
Monica Ferrando, Danze in cerchio per Estia
Enrico Della Torre e Francesco Donfrancesco, Uno stabile fluire
Marta Tibaldi, Nuvole nel ciclo, comunque s indovina la luna
Chris Downing, Arianna, la Signora del Labirinto
Diane Finiello Zervas, Via dal vortice
Elena Petrassi, L‘ombra del tempo e il segreto delle rose
Mariolina Graziosi, Dissotterare Dio
Henry Corbin, La Sophia eterna