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La malattia fondamentale di cui forse sta morendo la nostra cultura è la svalutazione, se non la diffamazione, di immagini e miti, accompagnata dalla fede nella civiltà positivistica, razionalmente ordinata e asettica. L’orientamento prevalente in Occidente sembra muoversi verso un dominio sfrenato e arbitrario sulla natura, alieno a qualsiasi cosa impedisca questa crescita dell’autoaffermazione, alieno in particolare alle qualità artistiche e immaginative di tutta la vita. Ma come in altri tempi, anche oggi esiste un contro-movimento che tenta discretamente di contrapporsi alla dilapidazione e all’appiattimento della qualità umana.
Marina Gasparini Lagrange, Il volgersi di Orfeo
I. LA MISURA DELL’ANIMA
Roberts Avens, Verso una psicologia poetica
Thomas Moore, La repressione della bellezza
Luigi Zoja, La creatività e il male
Carla Stroppa, L’imperiosa realtà dell’illusione
II. PRIMO INTERLUDIO
Renato Oliva, II canto dello sciamano
Augusto Romano, Conclusioni provvisorie
Francesco Donfrancesco, La casa del ritorno
III. IL TEMPO, LE PAROLE
Flavio Cuniberto, La parola che libera
Dieter Schlesak, «Ma dò che resta, lo fondano i poeti»
Bruna Dell’Agnese, Poesia, una via atta conoscenza
Paolo Mottana, La prassi simbolica
IV. SECONDO INTERLUDIO
Andrea Gigli, Le due anime detta poesia
Gabriella Pace, Risposta a Chuang-Tze
Paola Donfrancesco, Come un imparaticcio
V. LO SPAZIO, LE FIGURE
Giovanni Michelucci, Felicità dell’architetto
Mario Pezzetta, La luce della terra
Daniela lorio, Un’esperienza detta pittura
Marie Angelo, Invito all’immagine