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Siamo abituati a vedere il Giappone tra di noi ogni giorno tramite gli uomini d’affari, i turisti, i manga, i film, la cucina ecc., tuttavia la cultura di questo paese ci risulta spesso incomprensibile. Hayao Kawai, grazie ai personaggi delle fiabe tradizionali e ai miti, riesce in un’impresa particolarmente difficile: ci avvicina con sapienza all’enigma di quella cultura, e nello stesso tempo sollecita in noi un’attenta riflessione sul modello occidentale di coscienza, cosa che è possibile soltanto attraverso il confronto con la differenza.
La premessa di questo libro è che i miti e i racconti legati al folclore, come le fiabe, siano rappresentazioni in cui è possibile rintracciare le fondamentali coordinate della psiche. Tuttavia, dice Kawai, sia la diversità delle espressioni che la comunicazione profonda dipendono dalla cultura a cui le fiabe appartengono, al punto che non possono essere interpretate e comprese utilizzando un unico metodo: occorre comprendere gli elementi fondanti di ciascuna cultura e analizzare le fiabe da quel punto di vista. Dal confronto delle fiabe giapponesi con quelle occidentali, si può risalire alla differenza fra le due culture. Hayao Kawai sceglie alcuni elementi condivisi, come la “figura femminile” e il rapporto “femminile-maschile”, e li esamina inoltrandosi nei motivi mitologici greci e giapponesi, nella religione monoteista cristiana e nella religione tradizionale politeista shinto, che continua a vivere senza conflittualità insieme al successivo buddhismo. Per questa via, H. Kawai arriva a enucleare i tratti che caratterizzano le due culture e che segnano la diversità di approccio alla realtà e il diverso modello di coscienza, sollecitando nel lettore una sottile riflessione psicologica.
L’edizione del 1982 di questo libro è valsa a Hayao Kawai l’attribuzione del prestigioso premio Osaragi Jirōshō.