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Questo è un libro «per attivare l’immaginazione», dice Neil Russack. E un libro che parla di oche e di elefanti, cani, gatti e serpenti, merli, tartarughe e cavalli, dove il mondo animale è presentato con la stupefacente tavolozza della sensazione: i colori, la pelle e il pelame, le movenze, gli odori e i gridi di richiamo.
È, anche, uno studio che intreccia il materiale dotto – mitologico e naturalistico – con i resoconti clinici, i sogni e i disegni dei pazienti, fino a formare un tessuto vivace e variopinto, un tappeto volante che porta il lettore a esplorare regni molto diversi tra loro.
Gli animali hanno sempre attirato l’attenzione di grandi analisti junghiani, da Jung stesso a Hillman, da Aniela Jaffé a Barbara Hannah. In un passo di Analisi dei sogni Jung scrive: «Nella misura in cui funzioniamo in modo automatico o istintivo siamo degli animali, perché il nostro comportamento non differisce in alcun modo da quello di un animale». E un invito a non perdere il contatto con l’istinto, perché gli animali – come dice Russack – spezzano le barriere e portano la loro presenza terapeutica all’interno delle nostre vite. Sono una guida verso il processo di individuazione.
L’augurio dell’autore e di Luciano Perez, curatore dell’edizione italiana, è che questo libro possa diventare un uccello che, come il bianco airone maggiore citato nella premessa, unisca il mondo terreno e il mondo dell’oltre, la sensazione e l’intuizione, il cielo e l’acqua, il pensiero e il sentimento.