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«Nel tuffo conta lo stile / la cima è l’ardore»: giunta al suo sesto libro, Daniela Pericone continua a serbarsi fedele all’idea di una poesia baluginante, preziosa, a volte oscura e impervia, fatta di metafore ventose e severe, di immagini misteriose, di barocche accensioni, di grumi di suoni che si caricano di un senso remoto e dimenticato, di slanci improvvisi che sembrano spezzare la trama ordinata dei giorni e immettere in un mondo di visioni pure, protette dalla scorza, forte e intensa, delle parole. Una poesia fitta di corrispondenze e di trame epifaniche, e che pure affonda nella concretezza dello sguardo e del sentire, ricca com’è di vita quotidiana, di piccoli eventi naturali e umani, che devono però essere interpretati, ricondotti a un loro segreto originario, svelare un destino. Per questo La dimora insonne è un libro in cui le apparizioni si alternano alle sconfitte, le visioni ai naufragi: quel che si impone è il movimento della parola che sollecita forme più alte di verità, proprio come la terra, nella stagione invernale, «impetuosa reclama / il crepitare della brace / ancora viva, arroventata», covando le sue radici e sovvertendo il potere del gelo. Una poesia di grazia e ardore, povertà e magnificenza, che richiede lettori pazienti, capaci di mettersi in ascolto, e che per questo non delude: il lettore di questa Dimora insonne è posto infatti all’altezza dell’autore stesso, di una parola che lo guida poesia dopo poesia, e si fa soffio, vento, pioggia, «scorta d’oro» verso le regioni della notte e della vita.
Giancarlo Pontiggia
Daniela Pericone è nata a Reggio Calabria nel 1961. Ha pubblicato i libri di poesia Distratte le mani (2017), L’inciampo (2015), Il caso e la ragione (2010), Aria di ventura (2005), Passo di giaguaro (2000). Sue poesie sono tradotte in francese, spagnolo e romeno. Scrive testi di critica letteraria e collabora a riviste e siti dedicati alla letteratura. Cura eventi e reading con enti e circoli culturali.