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È un viaggio questo racconto, che, tra mito e poesia, narra di una giovane fanciulla e del suo carnefice, della bellezza e della morte. Un viaggio nel tempo, nel dolore, nella luce e nell’ombra, nel deserto e nel firmamento. Incatenata, la ragazza è prigioniera di qualcuno che non potrà mai vedere e di cui scorge solo la maschera. Costretta di tanto in tanto ad assumere una bacca velenosa, cade nell’oblio, da cui emerge con ferite e tracce di violenza. Si difende, resiste, sogna e invoca la madre perduta perché la soccorra e la salvi. E la madre appare.
Mirjana Zarifovic´ è nata in Istria, ha studiato filosofia e storia dell’arte e dopo un soggiorno in Inghilterra si è stabilita in Italia dove vive e lavora. Negli anni Ottanta e Novanta si è dedicata alla pittura e ad altre forme di arte figurativa. Attratta dagli avventurosi percorsi che conducono alla dimensione originaria e creativa della parola, ha in seguito preso a scrivere poesie e racconti. Un suo testo, Jade, è stato messo in scena nel 2013.