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Questo libro esplora la “cura” (care) ovvero il “prendersi cura” degli altri come una zona di conflitto, di strappi e anche di potere. Il lavoro salariato dei professionisti della cura e dell’assistenza è costituito soprattutto di un lavoro femminile sottovalutato e stigmatizzato per la sua “mancanza di qualificazione” e a volte per il colore della pelle di chi lo svolge. Fa parte di questo ambito anche il lavoro domestico, ancora oggi distribuito molto diversamente tra donne e uomini. È urgente pensare una trasformazione politica del lavoro e della società ponendo il “prendersi cura” al centro di ogni riflessione sul lavoro in generale. L’autrice esamina la posta in gioco psichica del lavoro e delle pratiche che costituiscono la “cura” partendo da una ricerca condotta in una casa di riposo della provincia francese usando anche gli strumenti della filosofia morale. La posizione di Pascale Molinier è originale, sensibile e forte poiché si inserisce nel dibattito contemporaneo internazionale intorno al care proponendo di cambiare radicalmente sguardo sul lavoro, sulla cura e sulla società.
Pascale Molinier è docente di Psicologia Sociale all’Université Paris 13 Nord e direttrice del Laboratorio UTRPP (Unità trasversale di ricerche in psicogenesi e psicopatologia). Ha diretto fino al 2015 l’Institut du genre e dal 2014 è direttrice della collana Cahiers du genre. E’ considerata un’autorità europea degli studi di psicodinamica del lavoro, della psicoterapia istituzionale ed è autrice di numerosi saggi sull’etica e sul lavoro della cura. Questo è il suo primo libro tradotto in Italia.