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Dopo il bel libro dedicato al grande continente americano, Patrizia Villani torna alle sue origini, alle grandi vacanze nella sua Liguria, la Liguria di Levante di Eugenio Montale, che insieme a Camillo Sbarbaro diventa il nume tutelare di questo libro di acque e di cieli, di splendori marini nei quali l’anima si perde e si riconosce. Il paesaggio marino di questo nuovo libro dal titolo parlante (Nido di mare), non è solo un fondale: è figura, una sorta di personaggio che vive nei testi, che modifica la realtà e l’animo di chi lo guarda, e se ne imbeve.
Diviso in tre grandi blocchi (Acque e rive; Memorie d’acqua; Levante), seguiti da un breve epilogo di natura memoriale, quaai un rendiconto esistenziale, il libro è dunque un vero e proprio poema sul mare e sulle terre di Levante, sulla ciclicità della natura che si rinnova in un tempo circolare e infinito, che svanisce e poi ritorna, proprio come il movimento delle onde che battono sugli scogli e sui lidi. Entro questo orizzonte va a disporsi il tempo umano, che è invece un tempo lineare e finito, in cui vanno a disporsi le memorie, le malinconie, i momenti di felicità e di abbandono, la nostalgia di ciò che inevitabilmente deve aver termine.
Libro della maturità, Nido di mare si propone come un libro di immagini limpide e di grande impatto emotivo, destinato a un pubblico ampio proprio per la capacità di intersecare in forme semplici e immediate la dimensione umana, la fragilità delle vicende esistenziali con il vasto paesaggio marino, il suo fascino immortale.