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Contributi di Giuliano Campioni, Vanessa De Luca, Yamina Oudai Celso, Ubaldo Fadini, Luis Kanciper, Alfonso M. Iacono, Alessandro Pagnini, Giulio Preti, Silvano Tagliagambe, Stefano Tomelleri
Argomenti Ressentiment: il pericolo da superare per Nietzsche-Zarathustra / Raskol, logica del diavolo: il risentimento in Dostoevskij / Nietzsche “primo psicologo” e genealogista del ressentiment / Il risentimento e il desiderio mimetico. A partire da René Girard / Risentimento, rimorso e viscosità della libido / Risentimento e vergogna: le basi morali della responsabilità / Ri/sentimenti di rete. Osservazioni / Sodoma: risentimento e democrazia
Con questo fascicolo di «atque» intendiamo riflettere su quella più o meno segreta perturbazione emotiva, molto umana, che è il risentimento. Se lo assimiliamo a un’onda, tanto consideriamo pericoloso provare a cavalcare una qualsivoglia onda del risentimento che ci abbia pure involontariamente attraversato, quanto consideriamo necessario provare a comprendere cosa sia, come si sia generata, come possa propagarsi dentro e fuori di noi, come possiamo governarla, e come magari possa dissolversi.
L’intento è quello di perimetrare questa complessa affezione: seguendo le declinazioni delle sue espressioni, ricostruendone gli itinerari e conoscendone le diverse geometrie sarà possibile evidenziarne le varie logiche. E nello svolgere questo compito, seguiremo – come al solito – le differenti prospettive che sono venute a darsi su questo tema nei vari ambiti di ricerca in epoca moderna e non solo. Si pensi soprattutto a studi e ricerche sul risentimento che vanno dalla filosofia all’antropologia politica, dalla filologia alla psicologia (ma anche alla psicologia morale), dalla letteratura alla fenomenologia, dalla sociologia alla psicoanalisi. E quindi alle riletture di vari pensatori che vanno da Nietzsche (nel suo duro confronto con Eugen Dühring) a Hegel, da Montaigne a Girard, da Dostoevskij (che passa attraverso un confronto critico con Sečenov) a Scheler, da Rousseau a Freud (e non solo) sino – su piani diversi – ad Améry, Peter Strawson e Bernard Williams.
Se il tema è il risentimento e in particolare le sue logiche, possiamo così enumerare gli sviluppi che maggiormente si sono evidenziati: come uno dei modi che si dà nelle relazioni umane e quindi come ciò che ci situa emozionalmente nei confronti dell’altro; come qualcosa attraverso cui il corpo emerge in quanto luogo di passaggio, per cui l’interno è sempre liminare, e l’io è non tanto uno stato quanto una transizione e uno scambio con gli altri; come un pensiero lancinante generato da un passato vissuto in modo irriscattabile che in quanto tale corrode e intossica; come terreno della violenza e del conflitto (intraindividuale, interindividuale e politico); come l’effetto di uno “scacco del desiderio”; come fenomeno che ha a che fare non già con un sentimento individuale, bensì con “una modalità del con-essere”; come fenomeno della memoria che contagiando e infettando la stessa memoria attende l’oblio come cura.
Fabrizio Desideri e Paolo Francesco Pieri