| Il Tridente Campus | ATQUE

pagine : 224
dimensioni : 14,5x21
prezzo : € 16,00
ISBN : 9788871865294
Anno di pubblicazione : 2012



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Pervasività del contatto
a cura di Anna Gianni, Roberto Manciocchi, Amedeo Ruberto  
 



A partire dall’immagine classica e insieme attuale del medico-filosofo, anche questa Nuova Serie di “Atque” intende stimolare e raccogliere ricerche e studi in quello spazio intermedio che la pratica filosofica e la psicoterapia vengono a determinare e contemporaneamente  lasciano da pensare.

Per questo, i filosofi, gli psicoterapeuti e tutti coloro che intendano riflettere sui loro saperi formalizzati e sulla tradizione di ricerca cui appartengono, ne sono i potenziali lettori. In particolare, gli appartenenti alle numerose e recenti scuole di psicologia e di psicoterapia oltre che alle scuole di maggiore tradizione in Italia, sono quei lettori con cui “Atque” intende discutere.

Dal 1990 “Atque” ha affrontato, attraverso fascicoli monografici, questioni centrali che attraversano la psicoterapia e molti capitoli della filosofia.

Rivista semestrale

Nuova serie n. 11 – anno 2012

 

Contributi di:

Massimo Caci, Enrico Castelli Gattinara, Roberto Diodato,

Roberto Ferrari, Annamaria Fusco di Ravello, Anna Gianni,

Roberto Manciocchi, Ricardo Pulido, Amedeo Ruberto,

Attilio Scarpellini, LucaVanzago

 

Come in ogni altro numero di «Atque», anche qui proviamo a esplorare territori non consueti, aperti, in questo caso, dalla problematicità dell’essere-in-contatto…

Amedeo Ruberto

Nella convinzione che ogni ricercatore della psicologia del profondo debba proporsi egli stesso come oggetto di ricerca, penso possa essere utile a me, come piccolo sforzo di scrittura, e a chi legge, come possibilità di trovare nuove analogie e nuove metafore, riflettere insieme sulla esigenza di comprendere l’enigma dei contatti che intercorrono tra corpo e mente.

Tenterò, in questa prospettiva, nelle riflessioni che seguono, una descrizione in prima persona del mio vissuto corporeo…

Anna Gianni

 

Il dilemma del terapeuta che oggi come oggi si accosta alla terapia degli stati limite o della psicosi, appare relativo alla possibilità di tenere in tensione dialettica la spinta al giudizio estetico (che prevede necessariamente una partecipazione “affettivamente strategica” del terapeuta, “dall’interno della finzione analitica”, potremmo dire a questo punto: una “pratica del contagio” per come la psicoanalisi l’ha pensata fino a oggi) e la prensione estesica (intesa come attitudine a sensibilizzarsi alle qualità delle manifestazioni del paziente non direttamente offerte alla distanza del pensiero ma “fondative” del discorso che si sta sviluppando: qui si potrebbe parlare di: una “pratica del contatto” che, per tornare alla metafora della risata, ci può portare, parafrasando Bion, a “divenire catastroficamente comici” insieme al paziente.

Roberto Manciocchi