pagine 112 | prezzo 12,00€ | cm 14,5x21

Se il non essere – per definizione – non è, esso è impensabile, oppure è pensabile come inesistente.

Anche l’inconscio è di per sé la sfera dell’impensabile, anche se le teorie dell’inconscio, in quanto tali, mirano a pensarla in qualche modo.

Il tema dell’impensabilità o pensabilità del nulla e il tema dell’impensabilità o pensabilità dell’inconscio sono strettamente connessi, al punto da essere forse lo stesso tema: un tema apparentemente astratto che corrisponde invece al senso del dolore, del desiderio, della nostalgia, della solidarietà e di tutto ciò che più intimamente ci riguarda.

 


Come è percepita la filosofia italiana negli Stati Uniti? Una storia esauriente dovrebbe cominciare con l’arrivo in America di Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria. Tradotto in inglese nel 1767, fu probabilmente il primo testo teorico italiano a varcare l’oceano. Giordano Bruno, Giovanbattista Vico, Pico della Mirandola, Machiavelli – per citare i classici – sono tradotti e studiati in ogni università americana. Minore attenzione c’è, però, per la filosofia italiana del ‘900 nonostante, grazie all’azione di Joel Elias Spingarn (tra i fondatori della casa editrice Harcourt), nei primi anni del secolo scorso si diffuse il pensiero di Benedetto Croce il quale venne invitato, nel 1912, all’inaugurazione del Rice Institute. Croce non andò in America ma per l’occasione, come contributo, compose il Breviario di estetica.

Alessandro Carrera è Direttore di Studi Italiani e del Master in Culture e Letterature del Mondo alla University of Houston. Partendo da questo episodio, ricorda gli studi americani sul pensiero di Antonio Gramsci e di Giovanni Gentile e illustra come l’America guarda ai filosofi contemporanei italiani. Recentemente, anche a cura dello stesso Carrera, è stato pubblicato The Essence of Nihilism di Emanuele Severino ma altri filosofi sono tradotti e studiati: da Toni Negri a Giorgio Agamben, da Gianni Vattimo a Massimo Cacciari.