pagine 144 | prezzo 14€ | cm 14,5X21

In Edeniche viene a parola il darsi iniziale di un’età arcaica in cui il tempo ancora riposava, quale pura idea, in seno all’essere; un’età in cui l’indefinito era riconosciuto come profondo essere del tutto. Il darsi iniziale ci parla della nascita degli esseri, una nascita alla quale nessuno si può sottrarre, così come nessuno può sottrarsi alla pena per la sorte che lo attende.
Edeniche ci narra della separazione degli esseri dalla sostanza indistinta e illimitata, in quanto destinati – quali esseri finiti e molteplici – alla contesa e al contrasto. Edeniche testimonia che è subentrato il conflitto là dov’era armonia. L’essere come sostanza persiste, mentre i suoi stati variano. Ecco perché in queste poesie il pensiero tenta di schiudere il permanere che si trova a fondamento del tutto.
Compito di Edeniche è di armonizzare l’essere con il suo venire a comparizione. Come? Proponendosi di dare parola al darsi iniziale e subito dopo alle cose che subiscono l’ingiustizia del tempo. Per farlo, sembra proprio che sia necessaria una parola che si radichi nell’aurora della terra, quell’aurora che prende il nome antichissimo di “natura”. Sembra proprio che sia necessaria una ricerca poetica che intenda il pensiero dell’essere-della-natura come parola della natura stessa e si costituisca come superamento dell’illusoria superiorità dell’uomo sugli altri esseri viventi.


 
pagine 200 | prezzo 17€ | cm 14,5X21

Questo libro esplora la “cura” (care) ovvero il “prendersi cura” degli altri come una zona di conflitto, di strappi e anche di potere. Il lavoro salariato dei professionisti della cura e dell’assistenza è costituito soprattutto di un lavoro femminile sottovalutato e stigmatizzato per la sua “mancanza di qualificazione” e a volte per il colore della pelle di chi lo svolge. Fa parte di questo ambito anche il lavoro domestico, ancora oggi distribuito molto diversamente tra donne e uomini. È urgente pensare una trasformazione politica del lavoro e della società ponendo il “prendersi cura” al centro di ogni riflessione sul lavoro in generale. L’autrice esamina la posta in gioco psichica del lavoro e delle pratiche che costituiscono la “cura” partendo da una ricerca condotta in una casa di riposo della provincia francese usando anche gli strumenti della filosofia morale. La posizione di Pascale Molinier è originale, sensibile e forte poiché si inserisce nel dibattito contemporaneo internazionale intorno al care proponendo di cambiare radicalmente sguardo sul lavoro, sulla cura e sulla società.

Pascale Molinier è docente di Psicologia Sociale all’Université Paris 13 Nord e direttrice del Laboratorio UTRPP (Unità trasversale di ricerche in psicogenesi e psicopatologia). Ha diretto fino al 2015 l’Institut du genre e dal 2014 è direttrice della collana Cahiers du genre. E’ considerata un’autorità europea degli studi di psicodinamica del lavoro, della psicoterapia istituzionale ed è autrice di numerosi saggi sull’etica e sul lavoro della cura. Questo è il suo primo libro tradotto in Italia.