pagine 168 | prezzo 14€ | cm 14,5x21

“Profumano di mito le poesie di Daria Gigli, del mito che accompagna da sempre le sue ricerche e i suoi studi attorno al mondo poetico della Grecia antica. Non solo, la Gigli rivive quei miti in chiave moderna, li riavvolge in un telos che il lettore raffinato e intuitivo riesce (o immagina) di dipanare”.
L’autrice prende l’avvio, nel brano che introduce questa raccolta, dai resoconti con cui vari scrittori hanno descritto la visita alla torre in cui Hölderlin visse gli anni della follia, dai Diari di Wilhelm Weiblinger, al racconto di Hermann Hesse Nel padiglione del giardino di Pressel. Un racconto dell’antica Tübingen, inserendo così la propria esperienza, se pur metaforicamente intesa come rivisitazione del tema della teofania, nelle pieghe di una tradizione.
Dal mito e dagli dèi della Grecia si diparte poi un percorso più intimo che si snoda attraverso la musica (Lezione d’orchestra), i luoghi della vita quotidiana (Ponte a Greve e Salon) e i sogni (In notturna sinestesia) in una scrittura più pronta ad aprirsi al reale senza filtri (Nihil obstat) e articolata in una varietà di toni in cui si distingue un atteggiamento di affettuosa ironia verso la vita, che aspira a liberarsi dagli schemi: Impara a vagare / dove non sai chi sei, /suona la glassarmonica / e coppa dopo coppa scoppiala: / bello è lo scoppio e il non restare, / come in sogno caracollare.
Nella parte finale prevale un linguaggio più denso (Improvvisi), ritmico ed eufonico (Funambolesco musicale) in cui l’autrice recupera a tratti un lessico e un immaginario della letteratura della sua terra d’origine, la Toscana..

Daria Gigli Docente di Letteratura greca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. Si è occupata di retorica con particolare riferimento alla Seconda Sofistica (Elio Aristide) e di poesia epica greca tardoantica (Nonno di Panopoli, Giovanni di Gaza, poesia oracolare teologica) con numerose pubblicazioni su riviste e libri collettanei.
Ha pubblicato inoltre libri dedicati a questioni di poetica e temi cosmogonici, edizioni critiche, traduzioni e commentari di poesia greca d’età imperiale, in particolare le Dionisiache di Nonno di Panopoli.
Questo è il suo primo libro di poesie.


 
pagine 224 | prezzo 17€ | cm 14,5x21

La questione del reincantamento si rivela oggi quanto mai cruciale nel contesto delle scienze umane: al suo centro vi si staglia l’individuazione, processo psichico personale e collettivo in via di ridefinizione nell’epoca delle tecnologie dell’informazione. Negli ultimi due decenni, l’onda lunga delle tecnologie stranianti che ha disegnato la modernità matura si mostra percorsa da correnti “radicanti” il cui potere s’irradia dalla dimensione dell’immagine: luogo di costruzione dell’identità e al contempo potenza destrutturante capace di dissolverne il fondamento. L’inflazione e la fame di immagini, sintomi dello sradicamento del soggetto moderno e vero fenomeno di possessione dei nostri tempi, richiedono una terapia del simbolo in grado di stabilizzare il processo di costruzione dell’identità, un’accurata ricerca delle immagini atte a rappresentare autenticamente il soggetto e il dono a queste di un corpo. All’esperienza del sé “schermato” e rescisso dal contesto ambientale, esito ultimo del disincantamento, occorrerà sostituire quella di una nuova esposizione al mondo, anche nella forma di un’immediatezza indotta tecnologicamente. La posta in gioco è la fuoriuscita dalla patologia dell’immagine e la costituzione di una nuova universalità, in vista dell’avvento di una nuova comunità. All’interno di questa scena teorica, le figure più rilevanti si muovono intorno al rapporto tra natura e tecnica, alla riemersione e al persistere di luoghi psichici impermeabili al processo di secolarizzazione, al rapporto complesso e multidimensionale tra fare artistico, immagine, tecnologia e politica.