pagine 360 | prezzo 25,00€ | cm 14,5x21

Eduardo Descondo ha scelto per noi una nuova raccolta di Quaderni di Appunti. Li ha estratti dalla grande scatola verde che staziona impavida sul suo tavolo di lavoro, e che contiene le memorie delle avventure (e disavventure) della Compagnia del Mitra ai corsi frequentati presso il piuttosto fantomatico Istituto Pesaventa. Avremo così modo di addentrarci, in particolare, nel labirinto dei materiali da lui diligentemente annotati al corso Sul buon uso della solitudine e alla conferenza Se cercate l’anima la trovate in giardino. Anche in questo secondo volume faranno da cornice narrativa ai testi i resoconti delle chiacchierate piuttosto surreali e stravaganti di Eduardo Descondo e dei suoi tre amici Carlos Albasuelo, Marcelo Malavista e Lumir Medana al loro solito tavolino del caffè Mitra. Completa la raccolta lo “scritto improbabile” di Carlos Albasuelo, una manciata delle sue curiose Canzoni di gioventù che pur senza alcuna pretesa consapevole di poter passare alla storia, costituiscono tuttavia un ulteriore elemento per entrare nello spirito di quell’eccentrico sodalizio che è la Compagnia del Mitra.


 
pagine 144 | prezzo 14,00€ | cm 14,5,x21

In un campo ai bordi di un’autostrada, alcuni esseri umani si trovano a vivere la loro condizione di parlanti. Parlano una lingua ridotta all’osso. Sono i Tolki. Con loro vive Tasàr, alterego di Balthazar, asinello celebrato da Robert Bresson nel cinema. Nel campo c’è fango e neve. C’è un rifugio e uno schermo. Una corda. Una palizzata.

Tasàr è il quinto libro della sequenza poetica sui Tolki, con cui Ida Travi ha inaugurato la sua poetica epopea contemporanea, dove campeggiano non le grandi gesta degli eroi, ma i minimi gesti dei sopravvissuti.

Chi sono i Tolki? Scrive Ida Travi:“Penso a un Tolki come a un parlêtre, un essere marchiato dal linguaggio. Parlêtre è un neologismo di Lacan che fonde l’essere al linguaggio. Vedo i Tolki come lavoranti o non lavoranti, esseri che nello scontro con la poesia assumono in se stessi il peso d’una lingua povera, dura come una colpa, leggera come una liberazione”.