pagine 80 | prezzo 14,00€ | cm 14,5X21

Se John Ruskin, in un passo memorabile di The Seven Lamps of Architecture, concludeva che la domanda più appropriata che si dovesse porre dinanzi a un’opera fosse: “Fu fatta con gioia, e fu felice chi la realizzò?”, di fronte alle opere di Roger de Montebello la domanda più urgente sembra essere: che cosa accade nel pittore mentre guarda?
Questo volume presenta la “ricerca veneziana” del pittore franco-americano de Montebello, introdotta da un saggio (proposto anche in inglese e francese) scritto da Guido Brivio, che cura l’intera operazione.
Che si tratti della punta della Dogana o della chiesa di San Michele che si dissolvono nella nebbia, delle variazioni ipnotiche sulla porta di Santa Teresa, dei cipressi iridescenti dell’Isola di San Michele o delle figure inafferrabili e metamorfiche della corrida, Roger de Montebello dipinge instancabilmente uno sguardo, le sue possibilità infinite o forse la sola e unica possibilità autentica, mettendo in scena che cosa accade qui mentre si guarda.

Guido Brivio, studioso di estetica e pratiche filosofiche, svolge la sua attività di insegnamento e ricerca presso l’Università di Torino. Tra le sue ultime pubblicazioni, per Moretti&Vitali, Libertà dell’amore (2014), Il labirinto di Narciso. Sade e Nietzsche nei simulacri di Pierre Klossowski (2015), Paradossi di Afrodite. Origine, eros, immagine (2017) e per Galilée (Paris), Kairos Melancolia (2018).

Roger de Montebello, laureato in storia dell’arte presso l’Università di Harvard, si è trasferito a Venezia nel 1992. Nella città lagunare, oggetto della sua ricerca estetica, vive e opera.


Il volume presenta 35 interviste con i massimi filosofi e psicoanalisti italiani. A impreziosire l’opera, tra l’altro, è l’ultimo colloquio di Emanuele Severino, prima della scomparsa del filosofo.
Filosofi e psicoanalisti lavorano, pensano, leggono e scrivono, ma riescono, se intervistati con passione, ad andare oltre lo schema talvolta banale di un compitino accademico. Se questi dialoghi hanno la forza di restituire parte del senso perduto, in un’epoca complessa dove la quantità trionfa sulla qualità, il merito è della filosofia e della psicoanalisi, discipline mai separate, ma che anzi s’incrociano, interrogano e s’interrogano sulla vita e spesso si soffermano su brandelli di vita, appesi come scarti a strutture fragili, sofferenti, depotenziate, rimaste al buio, prive di luce. Alla filosofia e alla psicoanalisi, a chi le onora con il proprio impegno quotidiano, è affidata la speranza di una rinnovata visione del mondo, fatta da tanti piccoli singoli che si rimettono in cammino poiché tutti, davvero tutti, siamo fatti per ricominciare.