Il volume presenta 35 interviste con i massimi filosofi e psicoanalisti italiani. A impreziosire l’opera, tra l’altro, è l’ultimo colloquio di Emanuele Severino, prima della scomparsa del filosofo.
Filosofi e psicoanalisti lavorano, pensano, leggono e scrivono, ma riescono, se intervistati con passione, ad andare oltre lo schema talvolta banale di un compitino accademico. Se questi dialoghi hanno la forza di restituire parte del senso perduto, in un’epoca complessa dove la quantità trionfa sulla qualità, il merito è della filosofia e della psicoanalisi, discipline mai separate, ma che anzi s’incrociano, interrogano e s’interrogano sulla vita e spesso si soffermano su brandelli di vita, appesi come scarti a strutture fragili, sofferenti, depotenziate, rimaste al buio, prive di luce. Alla filosofia e alla psicoanalisi, a chi le onora con il proprio impegno quotidiano, è affidata la speranza di una rinnovata visione del mondo, fatta da tanti piccoli singoli che si rimettono in cammino poiché tutti, davvero tutti, siamo fatti per ricominciare.


 
pagine 140 | prezzo 12,00€ | cm 11,5x16,5

Il titolo di questo libro richiama quello del romanzo Die andere seite pubblicato nel 1909 dallo scrittore-pittore austriaco Alfred Kubin, libro che si inserisce nella grande tradizione del “romanzo fantastico” à la Edgar Allan Poe o E.T. Hoffmann, esploratori dell’inconscio in forme tra l’onirico, l’assurdo e il grottesco. Tra gli ammiratori di questi romanzi troviamo il fondatore della psicologia analitica Carl Gustav Jung il quale li cita spesso, a proposito della creatività artistica ,come esempi di opere dove si realizza con successo quella che lui chiama “funzione trascendente” capace di conciliare nella rappresentazione l’“altra parte” costituita dai fantasmi dell’inconscio con il piano della coscienza. Jung sottolinea la centralità dell’“immagine” scaturita dalla fantasia attiva, quella stessa immagine che sta alla base dell’arte del cinema. E proprio il cinema capace di esplorare l’“altra parte” è al centro di questo libro, partendo da quei film di ieri e di oggi che Jung avrebbe amato in quanto conferma visibile della sua teoria sull’arte, titoli che vanno dai classici Suspense e Gli invasati ai più recenti L’inquilino del terzo piano e Mulholland Drive dove affiora il perturbante e dove le immagini riflettono gli incubi che ci assalgono di giorno e di notte.


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