pagine 282 | prezzo 25€ | cm 14,5X21

Il titolo SOSPESO RESPIRO vuole indicare quella condizione soffocante di apnea e ansia che tutti abbiamo vissuto fisicamente e psicologicamente durante la pandemia del virus Covid19, che ha ammorbato le nostre esistenze nella lunga primavera del terribile anno 2020. Una sensazione di soffocamento che, tragica per chi si è ammalato e letale per chi se n’è andato, ha comunque inciso in profondità sui tempi, gli spazi, i movimenti e le relazioni del quotidiano di tutti, imprigionandoci in una condizione drammatica di sospensione e di tensione che non avevamo mai sperimentato prima. Di come tale condizione si sia tradotta nel respiro, nel battito e nella lingua dei loro versi, danno qui testimonianza quattro tra i più qualificati e conosciuti poeti italiani di oggi, ALBERTO BERTONI, PAOLO FABRIZIO IACUZZI, GIANCARLO SISSA e GIACOMO TRINCI, proponendo ciascuno una silloge autonoma e completa di scritture o riscritture poetiche, composte o ripensate in tempo di pandemia. A queste quattro raccolte di versi fa seguito una riflessione di taglio antropologico di Mauro Ceruti, docente di Logica e Filosofia della Scienza presso lo IULM di Milano. Un percorso iconografico di riproduzioni pittoriche, raccontato e commentato da M. Cristina Rodeschini, direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo, impreziosisce di un contrappunto di immagini i diari dei quattro poeti. Il saggio introduttivo e le postfazioni alle quattro sillogi, predisposti dal curatore, costituiscono la cornice narrativa e critica che unifica e dà coerenza all’intero racconto del libro.


 
pagine 312 | prezzo 25,00€ | cm 14,5,x21

Pubblicato nel 1954, Philosophie première viene qui tradotto per la prima volta in italiano. È l’opera più complessa, di maggiore intensità speculativa, attraversata da una tensione teoretica decisiva all’interno del percorso filosofico di Vladimir Jankélévitch. “La mia metafisica”, come lo stesso Jankélévitch ebbe a definirla.
Nel peculiare stile di “scrittura filosofica” – contaminazioni, annunci sospesi e accostamenti spiazzanti, veloci incursioni e ricorrenti riprese, neologismi, associazioni improvvise, sorprendenti arcaismi – Jankélévitch ci rimanda al VII libro della Repubblica, in cui la conversione, più che mutamento di posizione, appare come radicale cambiamento di condizione.
Un camminare in senso inverso rispetto ai “falsi metafisici”, che parlano del fondo dell’essere come se facesse parte del nostro mondo, facendone cioè una sostanza: è il percorso che attraversa da parte a parte Filosofia prima. Pensare l’incomparabile mantenendolo impensabile, ossia senza renderlo sostanza. Il compito della “metafisica seria” è pensare il mistero, ovvero l’incommensurabile. Senza camuffare il mistero, il filodosso convertito alla filosofia deve esercitarsi a mantenersi nell’incertezza. Deve sapere di non sapere (nescio quid).