pagine 288 | prezzo 24,00€ | cm 14,5x21cm

L’​anagnorisis (riconoscimento), o agnizione (dal latino ​agnitio​), è un topos cruciale nelle opere narrative: si tratta del momento in cui un personaggio viene riconosciuto nella sua vera identità da altri, come nella celebre scena del riconoscimento di Ulisse da parte di Euriclea, o comprende egli stesso la propria identità, come nel caso di Edipo.
Nella relazione terapeutica, parimenti, l’anagnorisis è elemento cruciale del percorso trasformativo, che si sviluppa attraverso un movimento di graduale riacquisizione di sé: solamente ri-conoscendo se stessi è, infatti, possibile procedere in modo fertile nella propria individuazione.
Il saggio collettaneo affronta il tema utilizzando un approccio metodologico interdisciplinare e comparatisco attraverso la partecipazione di psicoanalisti e di autori di elevato profilo intellettuale afferenti a settori disciplinari contigui alla psicoanalisi e interni all’area delle Scienze Umane.

Contributi di
Brigitte Allain Dupré, Lino Ancona, Paulo Barone, Stefano Candellieri, Felice Cardone, Stefano Cavalitto, Silvana Graziella Ceresa, Silvia Cerrone, Davide Favero, Maria Teresa Giaveri, Teresa Legatom Chiara Lombardi, Vivenne Meli, Carlo Melodia, Maurizio Nicolosi, Carola Palazzi Trivelli, Francesco Remotti, Fulvio Salza, Wilma Scategni, Carla Stroppa, Silvia Torresin, Maria Laura Trifilò, Caterina Vezzoli, Ugo Volli.


Con Raccontare la poesia (1970-2020). Saggi, ricordi, testimonianze critiche, Luigi Fontanella offre un volto riconoscibile e distinto a una folla di poeti all’apparenza enorme e assai variegata sulla quale punta la propria lente di lettore appassionato con un’ intensa ricchezza di intuizioni esegetiche e di riferimenti biografici-testimoniali di godibile lettura.
Giuseppe Nicoletti
Ordinario di Letteratura Italiana, Università degli Studi di Firenze

Raccontare la poesia (1970-2020) è un viaggio “personale” di uno scrittore che è, al tempo stesso, poeta e critico. Una congiuntura inscindibile di talenti che dà una forza unica alla “lettura” letteraria in grado di presentare una prospettiva a due livelli: quella di chi crea testi propri, e l’altra di chi interroga i testi altrui. Se è vero che il poeta “scrive con la speranza / di trovare una mano sconosciuta / da poter stringere / nell’oscurità”, come pronunciò nel lontano 1972 Aldo Palazzeschi, il critico-poeta di questi saggi, ricordi, e testimonianze concede al suo lettore quella luce indispensabile che rischiara l’oscurità.
Anthony Julian Tamburri
Distinguished Professor of European Languages and Literatures, Queens College, City University of New York