pagine 272 | prezzo 20,00€ | cm 14,5,x21

È possibile “Poetizzarsi”? Cioè scoprire ed esprimere la propria poesia interiore anche per chi poeta pensa di non essere? Il libro di Marisa Brecciaroli, «una delle maggiori teoriche e sperimentatrici di Poesiaterapia», entra nel vivo di questa domanda, esplorando e mostrando le potenzialità artistiche e terapeutiche di una “procedura” di scrittura poetica, da lei chiamata poetizzarsi, di cui ci si può giovare per la propria scrittura poetica. Poetizzarsi ha la ricchezza di essere un libro double face. Infatti per metà espone le poesie dell’autrice, già nota poetessa, accompagnate dal contributo di noti saggisti, e scritte spesso con quella prassi – per autocura durante la pandemia – lasciandosi poetizzare dalla poesia, a lei risonante artisticamente e spiritualmente, di Chandra L. Candiani; e per metà il libro fornisce un originale studio degli aspetti teorico-pratici-terapeutici di questo tipo di ricerca, presente in un’ampia Appendice per Poesiaterapia. Così la prassi del poetizzarsi si offre anche come strumento utile in ambienti di psicologia applicata e soprattutto in ambiti di Poesiaterapia, dove può far scoprire un modo appassionante per prendersi cura di sé, alleviando i disagi di noi contemporanei. Dono particolare del libro: alcune video-poesie, poetizzate fra musica e foto d’arte, regalano esempi del poetizzamento che può generarsi fra arti varie, coinvolgendo diverse vie sensoriali, per un benessere profondo e integrato.


 
pagine 136 | prezzo 12,00€ | cm 14,5,x21

Stanze della luce del giovane Giuseppe Carracchia è un libro spavaldo, fermentante, immaginoso, che sorprende per la sensorialità accesa delle figure che lo animano, così come per la forza lucida e argomentante dei suoi versi. Un libro che affonda nelle correnti scure del mondo, ma che si volge con una sua dizione nitida, perentoria verso i grandi temi della luce, della gioia, della felicità, segnalati anche negli esergo delle varie sezioni, che andranno intesi come vere e proprie chiavi di lettura dei testi. Ci sono dunque le nobili arti del pugilato, sulle quali la raccolta ha inizio, e ci sono i miracoli della luce, la densità fisica dell’estate, l’abbraccio potente dell’acqua, quando il corpo la fende e sposta, il muto ardore di un cielo mediterraneo: ma c’è anche il riparo di una palpebra, ci sono le forze del vuoto, e tutto ciò che in un verso si sottrae alle virtù del pensiero. E una corrente ritmica che affonda nello spessore archetipico del mondo, nei suoi elementi primi, e si tende linearmente, affidandosi al potere formulare della parola, alla ripetizione a distanza di un’immagine, di un pensiero, o anche – semplicemente – di un nome che s’irradia nella luce pura, tutta verticale, del suo frangersi e inabissarsi. Anche i nomi nuotano, nel mare di questo libro pulsante ed erratico che si avvia a poco a poco a una sua «chiarezza leggera» e ventosa: nomi felici, immersi in una lingua di aranci e di melograni, di limoni e di giardini curati ma non troppo, di salsedine e di isole. Come se il libro, avanzando, si disfacesse a poco a poco del proprio sapere, per cedere al «giusto degli occhi» che si perdono nel gran catino del mondo, e lo sentono, e lo vivono. O forse bisognerebbe dire che il poeta, più si disfa del suo sapere, più si fa antico, e retrocede alle correnti elementari e caotiche della vita che pulsa, e arde, ed è solo vita.

Giancarlo Pontiggia