pagine 216 | prezzo 18,00€ | cm 14,5,x21

Tagore ogni mattina, durante le riunioni di meditazione, di fronte agli allievi e ai professori della sua scuola in Bengala, Shantiniketan – la casa della pace – lasciava sorgere dalla sua ispirazione parole che potessero guidare la giornata. Queste parole, espresse in una lingua unica, una sorta di prosa ritmica di straordinaria purezza, raccolgono in modo diretto e spontaneo l’essenza della sua esperienza spirituale e umana trasformandole un messaggio di istantanea, perenne attualità. Ora come allora è possibile aprire a caso queste pagine per essere trasportati nell’alba di una di quelle giornate e al tempo stesso essere ricondotti intimamente alla propria quotidianità nel riflesso di quello sguardo. Come ha ricordato l’economista Amartya Sen, che fu educato a Shantiniketan, quelle discussioni spaziavano dalla letteratura indiana tradizionale al pensiero occidentale, alle culture cinese e giapponese, all’insegna della massima apertura in cui, come ha detto un altro grande allievo di Tagore, il regista cinematografico Satyajit Ray, Oriente e Occidente si fondevano in una nuova sintesi.


 
pagine 224 | prezzo 18,00€ | cm 14,5,x21

“Ricorderemo il 2020 come l’anno della pandemia da Covid-19 e sapremo di averlo vissuto.” Con queste parole si apre il racconto dell’anno di pandemia di Marta Tibaldi che, insieme a Simona Massa Ope, ha scritto Pandemia e trasformazione. Un anno per rinascere. Nel libro le autrici descrivono che cosa hanno fatto di un tempo eccezionale come quello della pandemia: più di dodici mesi che hanno sconvolto gli esseri umani, ma che hanno offerto, nel contempo, la possibilità di una trasformazione profonda del proprio modo di essere e di vivere, aprendo a nuove visioni di sé e del mondo.
L’anno di Marta Tibaldi e la sua rinascita sono stati caratterizzati da una lettura inconsueta, ma molto utile dal punto di vista pratico, quale la mappa alchemica delle trasformazioni psichiche. Si tratta di una modalità che coglie con grande accuratezza psicologica i dinamismi del trauma pandemico, focalizzandone le potenzialità trasformative e offrendo gli strumenti per farne un’esperienza di rinascita.
L’approccio di fondo di Simona Massa Ope è invece quello del finalismo psichico junghiano, secondo cui la pandemia può essere letta, sia in termini soggettivi che di rapporto con il mondo, come movimento compensatorio e progettuale orientato al cambiamento. Osservata da questa prospettiva, la pandemia indica molti sentieri trasformativi per una rinascita umana.
Il libro ha un’Introduzione di Alessandra De Coro, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA) e una Postfazione di Andrea Pamparana, giornalista sensibile e attento alle tematiche junghiane e osservatore critico della complessità del vivere nel tempo attuale.


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