pagine 201 | prezzo 18,00€ | cm 14,5x21

Chi ha avuto in sorte di vivere esperienze estreme e traumatizzanti che hanno frantuma­to la percezione dell’identità e della vita, o di essere l’erede di questa memoria traumatica, se “sopravvive” diviene portatore di un dram­matico paradosso esistenziale. Da una parte ha la necessità di esprimersi e di trovare ascol­to in qualcuno che lo accolga, lo rispecchi e lo aiuti a dare senso e coesione a ciò che rimane della sua identità individuale e storica; dall’al­tra ha l’intima e irriducibile convinzione che nessuno lo potrà veramente capire.

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La rilettura di un antico testo alchemico – il Rosarium Philosophorum, lo stesso usato da Carl G. Jung come filo conduttore nella sua Psicologia del transfert si trasforma, come dice l’autore nel Prologo, da un’occasione di studio nella straordinaria avventura di un viaggio involontario: «Credevo allora di imbarcarmi verso una meta consueta nella regione della Psicologia Analitica di Carl G. Jung, mi trovai invece quasi rapi­to e trascinato per anni in paesaggi sconosciuti, che mi costrinsero a fatiche e pericoli e profonde emozioni che non avrei previsto».

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