Lo scopo di questo libro è quello di mettere in luce con diverse argomentazioni gli aspetti principali della epistemologia junghiana, poco frequentata e conosciuta da studiosi e addetti ai lavori. Questa si basa fondamentalmente su un uso importante della contaminazione delle idee. In particolare quelle idee che si possono attingere dall’opera di antichi pensatori. Ugo Fama ne cita alcuni: il pensiero gnostico, l’alchimia, il pensiero neoplatonico, il pensiero filosofico del Rinascimento e così via fino a quelle di autori più recenti quali Wolfgang Pauli, premio Nobel per la fisica, il cui incontro con Jung aprì nuove prospettive di ricerche sui fenomeni sincronici. La modernità di questo modo di procedere si può cogliere in eminenti filosofi della scienza, quali Thomas Kuhn e Paul Feyerabend. I loro libri – pubblicati nel secondo ’900 – La struttura delle rivoluzioni scientifiche e Contro il metodo danno grande rilievo all’importanza del ricorso alle idee e teorie del passato, in quanto possibilità di superare i paradigmi stretti proposti proprio dai filosofi della scienza contemporanei, loro colleghi.
Ciò conduce a un modo di procedere che si nutre di frequenti stimoli e intuizioni, come dire il passato fertilizza il presente e offre alla ricerca di studiosi e clinici nuove possibilità creative. Questo è quanto il libro vuole sostenere riguardo al pensiero di Jung.


 
pagine 224 | prezzo 25,00€ | cm 14,5,x21

Nove psicologi analisti descrivono la loro esperienza professionale nel trattamento di gravi psicopatologie attraverso lo “spazio libero e protetto” della cassetta della sabbia della Sandplay Therapy.
Questo libro illustra casi clinici di grande complessità, ponendo l’accento sulla grande efficacia d’applicazione della Sandplay Therapy in relazione a psicosi, sindromi borderline, malattie psicosomatiche, tossicodipendenze o disturbi narcisistici del carattere.
L’uso della Sandplay Therapy permette l’accesso ad aree della sofferenza umana che erano risultate resistenti ad altri trattamenti psicoterapeutici.
Recenti ricerche neuroscientifiche spiegano perché ciò sia possibile: il trauma non viene ricordato in forma verbale – ciò che non è mai stato “modellato” e articolato verbalmente non può nemmeno essere espresso ed esternato con le parole. Nella Sandplay Therapy, tuttavia, esso si manifesta come forma, plasmata dalle mani. Ciò che sembra essere inesprimibile può essere visto e toccato – perciò può essere trasformato.
La Sandplay Therapy è stata introdotta da Dora Kalff, analista allieva di Jung. Gli elementi che la costituiscono sono un contenitore dalle dimensioni standard che contiene sabbia e un insieme di oggetti vari: miniature che riproducono elementi della vita quotidiana, elementi naturali (sassi, conchiglie, animali, acqua) ed elementi astratti (colori, paste lavorabili). Nel contenitore possono essere costruite scene con gli oggetti disponibili, ma anche solamente con la sabbia, a libera scelta.

Testi di Ruth Ammann, Wilma Bosio, Franco Castellana, Vito La Spina, Stefano Marinucci, Marcella Merlino, Francesco Montecchi, Andreina Navone, Eva Pattis Zoja.

Trailer del film “Un milione di granelli di sabbia”