«Fu il Cavaliere Calabrese alto della persona, e corpulento; di volto gioviale, con occhi vivi, di color assai scuro, benché in questi ultimi anni impiccioliti per la vecchiezza. Ebbe il naso alquanto grosso, ma non eccedente, che disdicesse al viso, che era grande, e tondo, e proporzionato alla persona, che era più di sette palmi, alla quale altezza essendo proporzionata ogni altra parte del corpo, veniva a formarsi un aspetto così maestoso, che moveva a riverenza chiunque lo mirava, al che negli ultimi anni erasi accresciuta la canizie, e la fama delle sue gran virtù morali, talché non era così ossequiato il Gran Maestro, quanto egli era da tutti inchinato per dovunque passava».