L’attualità del disagio psichico racconta una crescente fatica del rispecchiamento dell’energia vitale all’interno dello spazio dinamico intersoggettivo. Chiamati sempre più ad affrontare con i pazienti la normalità del vivere diventata patologia, come psicoterapeuti riteniamo fondamentale chiederci se e come gli strumenti che offriamo siano utili innanzitutto a continuare a immaginare il futuro.
Dalla mitologia alle neuroscienze, attraverso i contributi di autori del passato e del presente, non solo di formazione psicodinamica, in questo libro tre generazioni di analisti dell’età evolutiva, coadiuvati da colleghi provenienti anche da altre formazioni, ripercorrono le tappe fondamentali del trattamento terapeutico in età evolutiva.
Un patrimonio di conoscenze teorico-cliniche, storie di trasformazioni ed evoluzioni nella metodologia, offerte alle nuove generazioni di terapeuti affinché le competenze del passato e quelle del presente continuino a informarsi e contaminarsi.

Con testi di: Stefania Baldassari, Maria Claudia Loreti, Francesco Montecchi, Pier Claudio De Vescovi, Anna Michelini Tocci, Stefano Marinucci, Paola Rocco, Barbara Fionda, Chiara Rogora, Elena Catino, Eleonora Manduca, Wanda Grosso, Guido Berdini, Daniela Tortolani, Cosima Sabrina Alò, Federica Pricci, Carlotta Passi, Gianni Nagliero, Francesco Demaria, Mariagiovanna Mazzone, Anna Michelini Tocci, Letizia Oddo


 
pagine 512 | prezzo 36,00€ | cm 14,5,x21

Appena trentenne, Italo Valent saluta il suo ingresso sulla scena filosofica italiana mandando in stampa una monografia dedicata al pensiero di David Hume. L’opera è raccolta nel volume insieme con altri saggi rivolti a insigni filosofi dell’età moderna. Cimentandosi con la ricca produzione humiana (e non solo), Valent restituisce intatto nelle mani dei lettori il dilemma che ha scosso la modernità: l’impossibilità di anelare a qualche certezza quanto all’umano, neppure accettando il dubbio metodologico e procedendo da esso, neppure ricercando le strutture elementari ed empiriche del nostro conoscere. Se la nuova scienza galileiana mostrava una via sperimentale e matematica, di epocale portata per la conoscenza della natura, la scienza dell’uomo restava oscura, contraddittoria, lacerata dalla tentazione di rifugiarsi in una ragione tanto formale quanto sterile, o di prendere per dimostrazioni associazioni di idee dalla incerta tenuta argomentativa.
Al contrario, secondo Valent, in Hume la critica sferzante al razionalismo dogmatico si combina con il tentativo di salvare la ragione, scavandone la connessione profonda con l’esperienza. Ecco profilarsi, in nuce, quel percorso che anni dopo condurrà l’autore ai margini impensati e trascurati della filosofia di Emanuele Severino, il grande maestro con il quale mai verrà meno il confronto. Nel vortice dell’esperire non si trovano solo le differenze dei sensi, della temporalità, delle strutture relazionali dei fenomeni, ma si è toccati dallo scarto dell’alterità, dalla negazione come disconoscimento, esclusione e annientamento. È così che il giovane Valent getta le basi per i suoi lavori maturi, lasciando interagire Hume con Hegel e Severino, e mostrando una “modernità” nient’affatto superata ma ancora tutta da realizzare.
Romano Màdera