Dottor sottile in scienza degli addii, anche in questa sua ultima raccolta, che non a caso proprio a Gli addii si intesta, Gian Ruggero Manzoni srotola una prosodia trepida e martellante, arrembante e delicata: spartita in egual misura fra sentenziosità perentoria e abbandono, acuminata attenzione al dettaglio e vertiginosa qualità di visione, ma sempre amorosamente consacrata a quanto – accanto a noi, se non dentro di noi – è destinato ad andare perduto. Continue reading