pagine 168 | prezzo 16,00€ | cm 11,5x16,5

Lacrimae rerum è un’espressione di Virgilio che allude al pianto per ogni cosa transeunte, giacché tutto quanto attiene alla mortalità ferisce l’animo umano. Ed è giusto la consapevolezza della nostra finitudine, dell’esser noi sempre esposti alla perdita – specie quella definitiva della vita biologica – a costituire per molti un motivo di forte disagio esistenziale o smarrimento.
Tuttavia gli antichi filosofi greci consideravano somma arte del vivere giusto quella del saper morire; una sapienza cruciale che trova il suo fondamento nell’accoglienza delle cose più drammatiche e dolorose: non per esorcizzarle a buon mercato, ma per saperle accettare e superare.
I Vangeli ci dicono che l’essere umano deve rinascere spiritualmente morendo a se stesso, nell’auspicio di poter divenire ex-sistente, cioè di situarsi – tramite un giusto distacco – fuori dal mondo pur rimanendo in esso.
Occorre dunque evadere dalla prigione egocentrica per aprirsi agli altri tramite un amore (agape) che non è possessività né altruismo ma forza espansiva/oblativa che si effonde senza limiti.


Incentrato sul processo di “Individuazione”, termine analitico che designa l’impegnativo viaggio dell’individuo verso la consapevolezza e la completezza psicologica, L’Io e l’Archetipo è un testo di grande importanza non solo per il mondo junghiano. Edinger rintraccia le fasi di quel processo legandole alla ricerca di senso attraverso una serie di incontri con simboli religiosi e mitologici, ma anche con i sogni e con l’arte, evidenziando come per l’uomo contemporaneo l’incontro con il Sé equivalga alla scoperta di Dio. Il risultato del dialogo tra l’Io e l’immagine divina archetipica è un’esperienza che costringe l’individuo a cambiare radicalmente il proprio punto di vista sul mondo, rendendo possibile una vita nuova e densa di significato.

Edward F. Edinger, (1922-1998). Psichiatra supervisore al Rockland State Hospital di Orangeburg, New York, membro fondatore della C.G. Jung Foundation for Analytical Psychology di New York e presidente del C.G. Jung Institute newyorchese dal 1968 al 1979. Trasferitosi a Los Angeles ha praticato per una ventina d’anni, divenendo Senior Analyst al C.G. Jung Institute di Los Angeles. Tra i suoi lavori, Anatomy of the Psyche: Alchemical Symbolism in Psychotherapy; The Creation of Consciousness: Jung’s Myth for Modern Man; Encounter With the Self: A Jungian Commentary on William Blake’s Illustrations of the Book of Job; The Bible and the Psyche: Individuation Symbolism in the Old Testament.