Inna, Zet, Nikka e Sasa sono i protagonisti del nuovo lavoro poetico di Ida Travi. Dimorano la terra di Zard, sono i parlanti di una lingua sconosciuta e vicina, i Tolki. Eppure Inna è la sola che sa pronunciare il proprio nome.
Se con la sua precedente raccolta poetica, Tà. Poesie dello spiraglio e della neve (Moretti&Vitali, 2011), l’Autrice ci ha ammonito sull’esistenza di sopravviventi un futuribile post, ne Il mio nome è Inna ci consegna la visione gravida e miracolosa di una resistenza consapevole e sorprendente, giacché «Siamo baciati dallo spirito del tempo | ci bacia sulla testa lo spirito del tempo | è così che ci pettina, ci inchina».