pagine 314 | prezzo 25,00€ | cm 14,5x21

I saggi che costituiscono il presente volume, scritti in onore di Augusto Romano in occasione del suo ottantesimo compleanno, si confrontano con temi che a lui sono particolarmente cari: quello dell’Ombra e quello del Wandereur. Ad essi egli ha dedicato pagine intense, lasciandoci immaginare un che di autobiografico, radice della sua sobria e rigorosa etica, ma anche di una visione appassionata e curiosa dell’esistenza, mai edulcorata da facili illusioni buonistiche sulla prevalenza finale del bene.

Questi personaggi, pervicaci, creativi e sofferenti insieme, procedono sempre oltre, verso una patria che “è l’utopia, ma è anche la morte, il luogo definitivo, che ti prende tra le braccia e più non ti abbandona”. Romano non ha esitazioni a rintracciare, sotto i panni dei suoi viandanti, l’archetipo del Puer aeternus, il portatore di tutte le potenzialità, ancora allo stadio germinativo, colto però da lui non nella sua staticità, bensì in quello snodo cruciale dell’esistenza in cui si trova davanti alle possibilità trasformative.

Per questo, riconoscendo in essi una possibile redenzione, egli ribadisce la necessità che l’analista si occupi con rispetto e dedizione – nella dinamica falsamente oppositiva tra salita allo Spirito e discesa alle Madri – di tutta la gamma di percorsi antieroici, solitari e spesso fallimentari, che i suoi protagonisti, e anche i nostri pazienti, ci chiedono sommessamente di condividere.


 
pagine 296 | prezzo 20,00€ | cm 14,5x21

Come scrivere oggi, su Rimbaud, a quasi un secolo e mezzo dalle sue prime poesie, davanti ad una bibliografia imponente e che cresce giorno dopo giorno? René Char, infastidito dai «volumi definitivi d’archivio» della critica, e in particolare dai lavori di Étiemble, lo aveva ben detto: l’esegesi non aggiunge «due gocce di pioggia all’acquazzone, due scorze d’arancia in più al raggio di sole» che governano le nostre letture.

Questa raccolta di studi, nonostante il sottotitolo aperto, non intende porsi come una sorta di zibaldone critico. Essa vuole dar conto in primis di alcuni aspetti della poetica rimbaldiana, in riferimento alle esperienze letterarie che l’hanno ispirata – Rimbaud non è un fiore nato nel deserto, un puro miracolo poetico – e poi alle mille suggestioni che la sua poesia ha offerto alla filosofia, alla letteratura e alla psicoanalisi, nel Novecento. Pur prendendo le proprie mosse dai margini e da discipline diverse, questa raccolta ha l’ambizione di dire qualcosa sui fondamenti poetici di Rimbaud.

 

Dalla presentazione