pagine 160 | prezzo 15,00€ | cm 14,5x21

Tre storie quasi interamente vere e legate dal filo di una stessa interlocutrice. Un giovane del Norditalia incarcerato per rapina che si esalta nella lettura di Nietzsche, un pittore di origine pugliese smarrito nei commerci dell’arte, un ragazzo inglese senza lavoro, nostalgico del grande passato della sua patria.

Uomini di diversa estrazione sociale e di tre diverse generazioni che soffrono della crisi maschile del ruolo e al proprio sé trovano ricovero o rovina fra sete d’assoluto, fantasie di guerra e pulsione di morte. Un nesso con quei giovani europei che oggi guardano al Califfato?


 
pagine 224 | prezzo 20,00€ | cm 14,5x21

In libreria il 14 Gennaio 2016

La presenza di Dioniso nel pensiero di Jung si evidenzia fin dai suoi esordi nel confrontarsi con il pensiero di Nietzsche. Questa presenza non è mai venuta meno, ma è sempre rimasta un poco sottotraccia, più implicita, più nascosta. Hillman nella terza parte del Mito dell’analisi, parlando della femminilità psicologica, riprende il tema dionisiaco e lo approfondisce grandemente. Ma in genere nella psicologia analitica questa figura resta abbastanza sullo sfondo, vive una vita più clandestina, forse in virtù della sua peculiare caratteristica di esistere su un confine indefinito tra vita e morte. Kérenyi definisce Dioniso L’archetipo della vita indistruttibile. Il labirinto, luogo mitico dove il Minotauro/Dioniso ‘ si nasconde’, è: << …il luogo dove si coniugano vita e morte, parola e silenzio, dove ‘identici’ sono Ade e Dioniso…>>. Il percorso analitico è un percorso labirintico, inteso come percorso iniziatico, una sorta di discesa agli inferi conoscitiva e trasformativa. Flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo recita Virgilio citato da Freud; questo verso ci racconta una verità archetipica: la via verso ‘l’alto’ non è mai diretta, ma passa per il ‘basso’. In termini alchemici gli opposti coincidono; in Dioniso gli opposti coincidono, la sua androginia ne è l’aspetto più evidente e in tal senso sembra acquisire l’aspetto del Lapis alchemico. Dioniso è anche un bambino che gioca e giocando crea il mondo. Il mondo che crea attraverso il gioco è il nostro mondo interno, il mondo della cultura umana; il gioco, come ebbe a dire con geniale intuizione Winnicott, è la radice della cultura. Allora mettersi in gioco e giocare sono due termini che possono declinare il percorso analitico. Mettersi in gioco, abbandonare le maschere e lasciarsi trascinare dallo ‘spirito del profondo’, ed eventualmente giocare, come fece Jung sulle rive del lago di Zurigo, con sassi, sabbia e quello che capitava. Nel libro viene presentata una storia clinica che illustra una fase   di un percorso analitico, che prende forma attraverso il gioco della sabbia.