Pensiero e pratiche di trasformazione
Un altro mondo in questo mondo
Mistica e politica 
a cura di Wanda Tommasi
 
pagine 152 | prezzo 15,00€ | cm 14,5x21

C’è una grande risorsa nella tradizione mistica, dal Medioevo fino ai nostri giorni: molti e molte, soprattutto donne, ne hanno tratto l’autorità per contestare l’ordine vigente, i dispositivi di potere e le codificazioni normative, e per far venire alla luce un invisibile della realtà ancora latente, in gestazione. Ne hanno tratto la forza per accompagnare il movimento della realtà verso il suo meglio, per dare spazio a un potenziale intravisto e per farlo crescere. Hanno fatto esistere un altro mondo in questo mondo. Come Simone Weil, che indica con l’espressione “infinitamente piccolo” quell’atomo di bene puro che abita in noi e che aspira al bene e alla giustizia, nonostante che tutto il resto in noi obbedisca alla forza. Infinitamente piccola è anche la possibilità che la realtà non sia tutta piegata ai meccanismi di potere, ma si apra ad altro, a un ordine senza nome né forma che noi non possiamo definire ma che tuttavia ci orienta.

Abbiamo voluto attingere alla fecondità di intuizioni come questa per aiutarci a confidare nel lato invisibile della realtà, per affinare la nostra capacità di scorgerlo e di accompagnarlo verso il suo meglio, un meglio che, per esistere veramente, ha bisogno di noi, del nostro sentire e pensare e del nostro agire. Indubbiamente, un’enorme distanza separa il nostro presente dalla civiltà religiosa medioevale a cui appartiene la grande fioritura della mistica. Ciononostante, abbiamo scommesso sulla possibilità di accorciare questa distanza affidandoci all’esperienza di donne e uomini che vivano oggi una relazione libera e personale con una qualche forma di trascendenza, nella convinzione che la parola “Dio” o ciò che nelle nostre vite le corrisponde sia un nome per indicare quell’infinitamente piccolo, sottratto alla logica della forza, di cui parla Simone Weil.

 

(dall’Introduzione di Wanda Tommasi)


Nel 1943, in occasione del Convegno di Eranos su Le religioni del Sole nel Mediterraneo, Carl Gustav Jung tenne un seminario “estemporaneo” su I miti solari e Opicino de Canistris. Questo libro, sulla base di una minuziosa ricerca documentale in fondi archivistici ed epistolari, presenta per la prima volta, in versione integrale, tutto ciò che di quel seminario è stato possibile reperire. Da un lato, gli appunti presi da due sue allieve, Alwine von Keller e Rivkah Schärf Kluger, dall’altro, la traccia che Jung stesso aveva preparato per il suo intervento. Al di là dei miti solari, un tema che attraversa l’opera junghiana da Simboli della trasformazione (1912) in poi, è l’attenzione di Jung per Opicino de Canistris (1296-1352 ca.), sacerdote e cartografo pavese, a rappresentare un motivo di interesse del tutto particolare. Jung interpreta le “mappe del mondo” realizzate da Opicino come dei mandala, segnati però da una mancata integrazione dell’Ombra, quel principio oscuro irredento e forse, in fondo, irredimibile dell’animo umano. Questo libro è, al di là di tutto, anche una speciale occasione per assistere, quasi in “presa diretta”, al lavoro creativo di Jung a Eranos, al fertile dialogo con altri studiosi e, più in generale, all’avvincente e quasi “magica” atmosfera dei simposi di Ascona, permettendoci di comprendere meglio quanto alcuni suoi allievi ricordavano a questo proposito: “Furono gli insegnamenti di psicologia più toccanti e brillanti che avessimo mai ricevuto.”