La compagnia degli Accesi, formatasi per la trionfale tournée in Francia dell’anno 1600, in occasione delle nozze del re Enrico IV con Maria de’ Medici, aveva nelle sue fila i più grandi attori dell’epoca: Tristano Martinelli e suo fratello Drusiano con la moglie Angelica Alberghini, e Pier Maria Cecchini e Diana Ponti e Flaminio Scala e Silvio Fiorillo… Quattro secoli dopo, i più importanti attori, registi e maestri della Commedia dell’Arte contemporanea si interrogano sulla condizione dell’attore, l’incanto e la fatica di un mestiere che esiste solo nel qui e ora del suo farsi eppure il più capace di evocare il sempre dell’esistenza: la fugace eternità di un mandala disegnato sulla sabbia… E raccontano di poetiche, tradizioni tradite, teoretiche e tecniche, riecheggiando i nomi dei grandi uomini del Teatro del Novecento, loro Maestri, ideali e, soprattutto, reali: Vsèvolod Mejerchòl’d, Evgenij Vachtàngov, Étienne Decroux, Marcel Marceau, Jacques Lecoq, Ariane Mnouchkine, Eugenio Barba e Giorgio Strehler, Paolo Grassi, Amleto Sartori, Ferruccio Soleri, Giovanni Poli, Dario Fo, Leo De Berardinis, Antonio Neiwiller, Luca Ronconi, Francesco Macedonio, Alessandra Galante Garrone… Uomini e artisti viventi in relazione con Maestri e uomini del passato che tuttora vivono attraverso di loro, attraverso le memorie, le dediche, le gratitudini, talvolta persino le inimicizie: testimonianze che coprono o almeno rievocano quasi un secolo di storia viva della Commedia dell’Arte, connesse storiograficamente con i secoli precedenti e da consegnare agli uomini del futuro.

Ma nelle conversazioni affiora soprattutto ciò che della Commedia dell’Arte è fuori dalla Storia, fuori dal Tempo. Nell’apparente esilità dei suoi personaggi – Vecchi, Innamorati, Zanni, Capitani – si celano i temi universali e senza tempo dell’esistenza umana: Vecchiaia, Gioventù, Amore, Potere, Erotismo, Guerra; la finta (e ripetitiva) evanescenza dei canovacci rivela l’ancestrale fascinazione di rituali di fertilità in cui la Morte feconda la Vita, il finire consente il rifiorire; e l’archetipico potere della Maschera, dall’attore che la porta – e ne è portato – si riverbera nella più profonda interiorità dello spettatore.

Interviste a: Eugenio Allegri, Enrico Bonavera, Carlo Boso, Elena Bucci–Marco Sgrosso (Le Belle Bandiere), Titino Carrara, Michele Modesto Casarin, Cristina Coltelli, Claudia Contin Arlecchino–Ferruccio Merisi (Scuola Sperimentale dell’Attore), Eugenio De’ Giorgi, Claudio De Maglio, Antonio Fava, Eleonora Fuser, Fabio Gorgolini, Adriano Iurissevich, Marco Manchisi, Fabio Mangolini, Fabrizio Martorelli, Fabrizio Paladin, Mauro Piombo, Stefano Poli–Stefano Pagin (Scuola Teatro a l’Avogaria), Eugenio Ravo


 
pagine 232 | prezzo 18,00€ | cm 14,5x21

Creatore infaticabile attraverso la parola filosofica, la narrazione romanzesca e l’immagine pittorica di simulacri – cioè di luoghi in cui le intensità vitali possano svelarsi – Klossowski percorre da un capo all’altro il ventesimo secolo, nella sua devozione irriducibile per quelle forze, talora passioni, talora intuizioni, che abitano l’anima umana, restituendola enigmaticamente al suo senso.

Condotto attraverso lo sguardo di due figure cardine del pensiero eterodosso occidentale – Sade e Nietzsche – riflesse nello specchio inquietante del più inclassificabile dei pensatori francesi contemporanei, l’occhio del lettore è invitato a un viaggio che lo spinge a interrogarsi sul significato dell’immagine e della fantasia, dell’eros e del corpo, del tempo e del mito, seguendo le tracce di un doppio sentiero in cui dispersione e raccoglimento, volontà e abbandono, parola e silenzio divengono i termini di un itinerario paradossale come unica via possibile all’esperienza dell’indicibile.