pagine 88 | prezzo 12,00€ | cm 14,5x21

Il fascino dell’assenza, dell’acquisire qualcosa di assente un fascino  –  un’incantata intensità – in virtù dell’assenza stessa, ciò per cui Platone ha potuto affermare nel Simposio che si desidera qualcosa che manca, è il carattere più proprio del simbolo, l’elaborazione più alta della “materia prima” che la sfera psichica priva della funzione simbolica gli pone dinanzi, non la soluzione del problema dell’assenza, né la sua negazione: la sua sublimazione.


Questo “Libro bianco” su Venezia, la laguna, il porto e il gigantismo navale è al contempo un’opera di denuncia civile, un accurato studio che trasmette il lavoro di anni di dibattito e ricerca e un atto d’amore verso una città che, si sa, è un vero miracolo, un’eccezione. Nata in un luogo “impossibile”, si è sviluppata nei secoli grazie al profondo rapporto dei suoi abitanti con la realtà morfologica e ambientale circostante, ed esiste su un delicato equilibrio minacciato ora da interessi economici privati e dalla mancanza di risposte adeguate da parte di un’autorità che al più dei casi si può definire latitante.

È anche la storia e la cronaca della “battaglia” del Comitato “No Grandi Navi – Laguna Bene Comune”, quella di singoli esponenti del mondo della cultura, della scienza, dell’informazione, dell’ambientalismo, che hanno lavorato per monitorare e documentare gli aspetti concreti del disastro, la storia degli incidenti in laguna, i rischi incombenti e i pesanti effetti del passaggio e della sosta delle grandi navi.