«Nessuno in questo secolo – né Freud, né Thomas Mann, né Lévi-Strauss – ha altrettanto riportato il senso mitico del mondo e le sue eterne figure nella nostra coscienza quotidiana» così James Hillman misurò l’importanza dell’opera di Joseph Campbell (1904-1987), un corpus di straordinari titoli che continua a risuonare e ad attrarre nuovi entusiasti lettori. La sua è stata davvero l’incessante ricerca di una mente vorace e curiosa, con un atteggiamento nei confronti della cultura aperto, multidisciplinare e costantemente alla ricerca dei punti di contatto tra le varie tradizioni: Campbell ha attraversato il secolo scorso toccandone i punti nevralgici, vivendo i momenti che lo hanno definito, e incontrandone molti protagonisti, da Carl Gustav Jung ai Grateful Dead, da John Steinbeck a George Lucas.

Questo volume, il primo nel continente europeo a essere dedicato all’insieme delle sue opere oltre che alla sua biografia, offre il quadro completo dei suoi studi, dei viaggi e degli incontri e consente un accesso inedito alla sua opera, che ha il Mito e la costruzione di esso al centro di riflessioni che hanno investito narrazioni di tutti i tipi, dai luoghi e le culture più disparate.

Il Mito, da Joseph Campbell, è visto come materia viva, affine ai sogni, «è la segreta apertura attraverso cui le inesauribili energie dell’Universo si riversano nella manifestazione culturale umana». Ancora Hillman: «I Miti lasciano che gli alberi e gli animali parlino, dotano i fiumi e le pietre di nomi e personalità, dotano le piante di spiriti, le montagne di dei, e il mondo infero di una folla di spettri e di antenati (…). Il Mito dice la verità perché è di questo mondo e per questo mondo (…) il Mito mostra il mondo così come è, e come è eternamente».

Se il suo libro più noto, il L’eroe dai mille volti è negli anni diventato un vero classico, le altre sue opere hanno proseguito un viaggio culturale unico e appassionante, che qui viene raccontato al lettore italiano per la prima volta, e in maniera completa.


 
pagine 113 | prezzo 14,00€ | cm 14,5x21

Il Testalunga. È un mostro capitato non si sa come tra noi abitatori della pianura padana, dove non trova né attenzione né solidarietà. A tentoni, ma in modo forsennato, va alla ricerca della sua origine. A che mondo appartengo, questo o qualche diverso regno da cui sono rotolato fuori? Consulta testi: dalla Bibbia, alle fiabe, a Lombroso. Conosce solo scherno. E la dura disciplina della scuola e la punizione della dottrina.

Dal regno animale gli viene una sponda, uno scimpanzé d’un circo di passaggio che gli dà appartenenza e amicizia. (E a proposito di bestie, scontando citazioni fin troppo note, ricorderemo Il fiore rosso di Vsjevolod Garscin (Slavia, Torino), e Animali al rogo di Edward Payson Evans (Res Gestae).

Ma le cose non vanno per il verso giusto: i suoi “maggiori”, intendendo vendicarlo di coloro che l’hanno umiliato, scendono dall’Olimpo (il nostro è pur sempre un semidio, ancorché malriuscito) senza neppure interpellarlo. Sarà un macello.

E lui, il Testalunga, niente ne ricava, se non una più dura segregazioni e maggiore orfanezza.

Fortuna che quel circo torna nei paraggi… e lo scimpanzé e il Testalunga sono attesi da un avvenire finalmente sereno. Questo e molto altro in un testo ricco di fantasia narrativa, pathos, ironia e umanità.