pagine 360 | prezzo 22,00€ | cm 14,5,x21

In un’epoca in cui la domanda di un senso globale della vita sembra svanire in un’obsolescenza irreversibile, dietro la proliferazione degli scopi da inseguire e dei nuovi bisogni da soddisfare nell’era del consumo e della tecnologia onnipervasiva, ecco l’individuo ricorrere a salvagenti e zavorre esistenziali che lo aiutino nella saturazione dell’abissale Vuoto di prospettiva radicale, nell’esorcismo dell’horror vacui tanto temuto dall´occidente, fra gli spettri del tempo e della morte.
È la coltivazione delle spinoziane passioni tristi, che neutralizzano la vertigine dei ponti sull’abisso, a cui rimanere aggrappati senza guardare nel fondo dell’esistenza, sospesi come trapezisti e funamboli del pensiero e delle emozioni effimere. L’autore, con un’analisi icastica che prosegue la serrata diagnosi nietzschiana delle Maschere del Senso, offre al lettore un affresco dove la domanda di senso campeggia ancora sovrana sull’insensatezza del mondo e la cui esigenza rimossa filtra nella ricchezza della dimensione narrativa, la sola salvifica, capace di raccontare, accompagnare l’io spaesato e dare trama all’esistenza, comunque essa proceda, tra senso e non senso.


 
pagine 164 | prezzo 14,00€ | cm 14,5,x21

Le oltre ottanta miniprose che danno vita a questa antologia, tratte da cinque precedenti raccolte, sono abitate da una moltitudine di personaggi che si impegnano molto per vivere o sopravvivere, per prevaricare o addirittura per sottrarsi al vivere: nel loro parlare, gesticolare, borbottare, ferire o essere feriti, andarsene, resistere, generano – giustapponendosi – una sorta di commedia dolceamara (ma in fondo non è un po’ teatro la vita?). I luoghi che fanno loro da sfondo, reali o fittizi, nascondono inquietudini e voluttà, incubi o incanti: lì chi va in scena può anche tentare di essere ben altro da sé; e lì incontriamo perfino bestie che si comportano da umani e umani dalla condotta ferina. Sono pagine in cui il paradosso e la sorpresa contano assai e talvolta un guizzo comico va a bilanciare la crudeltà degli accadimenti. Il mondo-calderone così evocato, ribelle a ogni reductio ad unum, forse ci dice qualcosa anche sul divenire in cui siamo immersi.