pagine 190 | prezzo 15,00€ | cm 14,5x21

Orizzonti, figure, volti, cornici, prospettive, strategie o costellazioni: in ogni caso, la possibilità va sempre declinata al plurale, esplorata nelle sue differenti configurazioni, nella rilucenza della loro manifestazione, pur avvertendo l’ineludibile richiamo a una imperscrutabile unità. Ma l’unità o la pienezza dell’essere, un dono perduto o inappropriabile, si avverte soltanto attraverso la molteplicità delle sue manifestazioni, mediante la sua apparenza fenomenica. Questo libro manifesta anche il larvato intento di “soggiornare davanti al possibile”, cioè al cospetto della vita stessa, nella sua inquieta, controversa e dolorosa effettività. Nietzsche a questo proposito vagheggiava un esistere sperimentale (quasi uno stato di grazia o una promessa di felicità) e invitava a “fare esperimenti su se stessi”: noi, certamente i più effimeri, girovaghi smarriti nel tempo del dicibile (secondo quanto decretato dalle elegie rilkiane), isolati e segregati, ma accomunati dalla nostra inaggirabile destinazione mortale.

 

Dalla premessa di Marco Vozza


 
pagine 192 | prezzo 20,00€ | cm 14,5x21

Ci troviamo ad affrontare, in maniera originale, le peripezie della trasformazione del pensiero individuando una prospettiva che evita di rispondere alla domanda filosofica in termini puramente filosofici. Il libro interroga invece l’eccesso che la abita e il desiderio che la muove. Musica, filosofia e psicoanalisi descrivono qui un campo di forze in cui si incrociano alleanze instabili, tensioni empatiche, ineffabili condanne, ma anche ricerche molto promettenti nell’ambito della trasformazione della cultura di genealogia maschile. Attraverso il confronto costante con Adorno, l’autore intende mostrare come il coraggio di pensare possa trasformarsi nel coraggio di chiedere l’impossibile.

 

Questo libro si occupa del tema e della possibilità della trasformazione, a partire dalla constatazione che la trasformazione si è definita come una pratica di pensiero, connessa al buon uso della ragione ma anche, e forse più, al coraggio e alla determinazione nel servirsene. Se pensare consiste nel sottrarsi alle forze oscurantiste e alle pigrizie individuali, sostengono i filosofi, è perché il coraggio dovrebbe far parte del pensiero stesso. Continue reading